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Politica
Europee, FdI trema: a rischio il 26%. Sale il centro, tra Tajani e Salvini...

Il Pd dovrebbe tenere il 19% e il M5S il 16

 

Il risultato del voto amministrativo in Basilicata, appena concluso, appare netto e chiaro. Il governatore uscente e candidato del centrodestra, Vito Bardi, è stato riconfermato presidente della  Regione con il 56,63%, pari a 153.088 voti. Bardi è stato sostenuto da Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, Udc, Azione, Orgoglio lucano, La vera Basilicata. Il principale antagonista, ossia il candidato del centrosinistra Piero  Marrese (sostenuto da Pd, Movimento 5 stelle, Basilicata casa comune, Basilicata Unita, Avs-Europa verde-Sinistra italiana-Psi-La Basilicata  possibile), ha ottenuto il 42,16%, pari a 113.979 voti. Il terzo candidato, Eustachio Follia (Volt), si è fermato all'1,21%, pari a 3.269 voti.  Il risultato in questione è stato correttamente anticipato da un instant poll effettuato da Yoodata per conto di Telenorba, divulgato in tempo reale da “Affari Italiani” alle 15 di ieri. Per chi fosse interessato a saperne di più sulle diverse metodologie di ricerca demoscopica, segnalo il mio ultimo libro dedicato specificamente all’argomento (“Sondaggi e comunicazione politica”, CELUC, Milano, 2024).

Che indicazioni più generali ci dà la tornata elettorale lucana? C’è una premessa da fare: come si vede già dall’elenco delle formazioni a sostegno dei due candidati principali, l’offerta politica si è frammentata e ha assunto anche un connotato tipicamente locale. Di conseguenza, alcuni partiti (FdI e Pd) hanno ottenuto un risultato inferiore rispetto al loro valore nazionale, mentre l’area di centro (le formazioni di Calenda e Renzi) e le liste locali hanno ottenuto un risultato superiore alle aspettative o comunque interessante. Questo rende più difficile un’estrapolazione dei risultati del voto locale in previsione del prossimo appuntamento europeo.  Che cosa si può dire al riguardo?

Nel centrodestra, il segnale che arriva dal voto è quello della tonicità di Forza Italia, che sta attraversando (nelle intenzioni di voto) un buon momento anche a livello nazionale. Un target del 10% alle europee appare effettivamente raggiungibile. Nel complesso, la Lega ha tenuto, in una regione che è fuori dal suo bacino di radicamento. Per il partito di Matteo Salvini, un target del 9% è alla portata, in un presumibile testa a testa con Forza Italia. Fratelli d’Italia è apparso invece meno tonico come partito, probabilmente per flussi verso astensione da un lato, e Forza Italia (e formazioni locali) dall’altro. Questo significa che FdI deve fare una buona campagna per le europee, con qualche tema programmatico distintivo, se vuole mantenersi su quota 26 o 27 per cento.

Nel “campo largo” il risultato del Pd è stato leggermente eroso dalle formazioni locali, ma non desta sorpresa. Lo “zoccolo duro” del 19% dovrebbe venire confermato. Neppure il vistoso calo del M5S (rispetto al dato nazionale) è sorprendente, perché statisticamente parlando il voto regionale penalizza i pentastellati. Un probabile 16% alle europee non è al momento in discussione.

Quello che appare veramente interessante è il risultato delle formazioni centriste, che nel loro insieme in Basilicata fanno circa il 15 per cento. A livello locale, il merito va attribuito sicuramente ai luogotenenti regionali di Calenda (ossia Marcello Pittella) e di Renzi (ovvero Mario Polese), da cui la difficoltà di fare una stima di quello che potrebbe essere il risultato dei centristi alle europee. E’ però ragionevole ipotizzare che l’area di centro stia crescendo in generale. Il fatto che nelle ultime settimane vi sia stata una forte polarizzazione comunicativa fra centrosinistra e centrodestra, con toni accesi e polemici (e pochi spunti di contenuto), apre uno spazio di potenziale crescita per il segmento centrale del sistema politico italiano. Il che, concretamente, potrebbe significare, tanto per Calenda quanto per Renzi, una incrementata possibilità di superare agevolmente la soglia di sbarramento alle europee.






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