Affari Europei
Amsterdam, vertice per salvare Schengen. Berlino sotto il pressing interno e dell'Est

L'Europa si trova davanti a un " bivio decisivo" e deve decidere " se andare avanti o restare indietro": come ha detto il ministro Angelino Alfano al suo arrivo ad Amsterdam dove partecipa alla riunione dei 28 sulla crisi migratoria, la posizione italiana e' contro "lo sgretolamento dell' Europa" che deriverebbe dalla riduzione dello spazio Schengen. "Siamo dell'idea che l'Europa debba rimanere stabile - ha detto - rafforzando i controlli alle frontiere esterne per Salvaguardare il diritto a una libera circolazione sicura".
Ma non tutti in Europa sono dello stesso parere del ministro italiano. I Paesi dell'Est, compresa l'Austria, vorrebbero chiudere le frontiere e cacciare la Grecia dall'area di libera circolazione. Un didastro per Atene che diventerebbe il collo di bottiglia dell'immigrazione da Medio Oriente e Nord Africa, quasi un milione e mezzo di migranti nel 2015.
A difendere Schengen c'é la potente Germania. Il ministro degli Esteri tedesco, Frank Walter Steinmeier, ha criticato la minaccia austriaca di escludere la Grecia da Schengen. "Le pseudosoluzioni, come l'esclusione di determinati Stati da Schengen, non portano nessuno da nessuna parte", ha sottolineato Steinmeier, osservando come "non vi sara' alcuna soluzione alla crisi dei rifugiati se scompare la solidarieta'".
Al contrario, ha proseguito, "dobbiamo lavorare assieme e concentrare i nostri sforzi per combattere le cause che spingono i rifugiati a muoversi, per rinforzare i confini esterni dell'Ue e per ottenere un'equa ripartizione dei richiedenti asilo all'interno dell'Europa". Era stato il ministro dell'Interno austriaco, Johanna Mikl-Leitner, a ventilare "un'esclusione provvisoria" di Atene dallo spazio di libera circolazione Ue se il governo greco non si impegnera' a garantire "la sicurezza delle frontiere esterne", fermando l'esodo dei migranti che percorrono la rotta balcanica. Il problema é che la stessa Germania é squassata al suo interno dalla protesta dei sindaci di tutti gli schieramenti. E la Merkel si trova a dover fronteggiare l'attacco di molti deputati della Csu-Cdu, i due partiti che la sorreggono al governo. Intanto la Gran Bretagna si sfila dal problema e blinda il tunnel della manica. Mentre la Francia, occupata a dare la caccia a terroristi e foreign fighters, sembra essere distratta sul dossier immigrazione. I ministri europei dell'Interno cominciano ad Amsterdam a lavorare alla proposta dell Commissione Ue di creare un corpo europeo di guardie di frontiera, che aiuti a far fronte ala crisi dei rifugiati.
La riunione ha un carattere informale ed e' la prima della presidenza di turno olandese del Consiglio Ue, per cui non ci saranno decisioni definitive, quanto piuttosto una riflessione su come organizzare i lavori per arrivare a un accordo politico, al piu' tardi a giugno, come promesso dai Ventotto. Il ruolo che deve giocare Frontex e la possibilita' di intervenire alle frontiere di un Paese quando diventi chiaro che uno Stato membro non sia capace di gestire la situazione sono alcune delle questioni anche si porranno in questa prima discussione dell'anno.
La giornata é cominciata con una colazione di lavoro, prima del Consiglio dei ministri, a cui hanno partecipato i Paesi piu' coinvolti dalla minaccia del terrorismo jihadista. Seguira' la riunione a Ventotto con una prima sessione centrata sulla necessita' che gli Stati membri condividano le informazioni e le banche dati, un aspetto che ha acquisito particolare rilevanza dopo gli attentati di Parigi. Il ministro olandese della sicurezza e Giustizia, Ard van der Steur, il commissario europeo per la Migrazione, Dimitris Avramopoulos, e il direttore di Europol, Rob Wainwright, terranno poi una conferenza stampa di presentazione del centro europeo di lotta al terrorismo, che funziona dal primo gennaio in seno alla stessa agenzia di polizia europea.
Durante la colazione a porte chiuse, i ministri avranno un dibattito di carattere piu' ampio sulla situazione migratoria e la crisi dei rifugiati. In una sessione successiva discuteranno dello stato dell'area Schengen, dopoche Paesi come la Germania, l'Austria e la Svezia hanno scelto di reintrodurre i controlli alle frontiere esterne temporanei per contenere l'arrivo dei richiedenti asilo nel loro territorio; e discuteranno anche dei problemi che affronta il sistema per la ridistribuzione dei richiedenti asilo, posto che delle 160mila persone che i Ventotto si erano impegnati a trasferire da Grecia e Italia verso altri Paesi, si sono completati solo 331 casi.
La discussione sul corpo europeo di guardie di frontiera consentira' anche alla presidenza olandese di stemperare l tensioni tra i Ventotto e organizzare il calendario di lavoro per i prossimi sei mesi. L'obiettivo e' arrivare, al piu' tardi a giugno, a un accordo politico tra gli Stati membri e lavorare in parallelo con il Parlamento europeo, che assiste come invitato alla riunione, per poter approvare la misura il prima possibile (come ha anticipato il ministro olandese dell'immigrazione, Klas Dijkhof, nella peesentazione delle priorita' del semestre olandese).
La modifica del regolamento di Dublino e la creazione di un meccanismo permamente e obbligatorio di redistribuzione non figurano nell'agenda dell'incontro, ma fonti comunitarie non escludono che qualche Paese possa mettere le questioni sul tavolo. La Commissione vuole presentare queste due proposte a marzo. Lo stesso dicasi per la decisione adottata dall'Austria di porre un limite di 37.500 richiedenti asilo nel 2016, che Bruxelles ha rifiutato di commentare finora. Martedi' si riuniranno sempre ad Amsterdam i ministri della giustizia dell'Ue. L'incontro, che ha ugualmente carattere informale, permettera' alla Commissione di presentare ai Ventotto la sua proposta di revisione del registro europeo degli antecedenti penali per includere i cittadini non comunitari.