Affari Europei

Bilancio Ue, Comi: per evitare tagli all'Italia serve un governo autorevole

Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani

La bozza di Bilancio Ue 2021-2027 presentata da Jean Claude Juncker il 2 maggio non piace a molti Stati europei. Nel documento, ora in discussione al Parlamento Ue e al Consiglio Ue, vengono elencate quali risorse sono disponibili per ogni politica comunitaria per i prossimi sette anni (a partire dal 2021). A complicare le cose c'é la Brexit che ha lasciato un buco nelle casse di Bruxelles pari a 13 miliardi di euro all'anno. La Commissione ha proposto un budget da 1.279 milirdi di euro, pari all'1,1 del Pil continentale. Troppo poco per molti Stati, troppo per altri.

"Quella della Commissione é una proposta, un quadro generale in cui vengono stabilite le linee di indirizzo su cui si intende impegnare l'Unione. Sapevamo che non sarebbe stata una passeggiata, ma c'è ancora spazio per trattare e per spuntare il meglio per il nostro Paese. Come ha dichiarato il presidente Tajani, bisogna vigilare e agire. È quello che faremo", spiega ad Affaritaliani.it Lara Comi, eurodeputata di Forza Italia.

La Brexit si fa sentire, per l'Italia ci sono fondi in meno. Nella proposta di Bilancio c'é un taglio del 7% ai fondi di coesione e del 5% alla Pac. Bisognava tagliare altrove?
"Che ci fossero da fare dei sacrifici era ampiamente previsto. Il taglio dei fondi di coesione è pesante, sì, ma non è detto che, con un'accorta definizione dei requisiti per l'accesso ai fondi, l'Italia ne esca per forza penalizzata".

E per quanto riguarda l'agricoltura?

"Il forte taglio operato dalla Commissione sui fondi per l'agricoltura ci preoccupa molto. Quel 5% sicuramente potrà essere ridimensionato, e portato perlomeno al 4%, come ho già potuto verificare personalmente negli incontri che ho avuto con il presidente del PPE Joseph Daul e con il commissario all'agricoltura Phil Hogan. Ma per negoziare un impatto meno devastante dei tagli sulla nostra agricoltura c'è bisogno che a Roma si insedi al più presto un governo autorevole e credibile, con un premier che sappia far pesare il ruolo dell'Italia in Europa come già stanno facendo Macron e Merkel per tutelare gli interessi dei loro Paesi. Rischiamo di pagare caro lo stallo sul nuovo governo".

Roma dovrebbe aumentare il suo impegno finanziario nei confronti del Bilancio Ue?

"La richiesta che era stata fatta dal PPE era proprio di incrementare l'impegno degli Stati membri in relazione ai mancati incassi previsti per via della Brexit e dell'uscita del Regno Unito dall'Unione. A questa richiesta si sono opposti otto Paesi del Nord Europa, Olanda in testa, intenzionati a mantenere inalterato l'impegno dei singoli Stati. La Commissione ha scelto la via del compromesso, con un bilancio che pesa per l'1,1% del PIL europeo, che è più dell'1% attuale ma meno dell'1,3% suggerito dal PPE. Sì, forse si poteva avere un po' di coraggio in più".

E d'accordo sulle risorse maggiori stanziate per Migranti, Erasmus, Digitale e Sicurezza?

"Appunto, questi temi di portata sovranazionale, su cui giustamente l'Europa prevede di impegnarsi di più, dimostrano che con un po' di coraggio in più le risorse potrebbero essere messe a sistema per generare concreti risultati che possano mostrare visibilmente ai cittadini l'importanza e il significato vero dell'Europa unita. L'aumento dei fondi per l'Erasmus+, cosi come la novità dello stanziamento per l'Interrail, ad esempio ci danno il senso di un'Europa che guarda al futuro e che punta sulle giovani generazioni. È positivo".

E per quanto riguarda Migranti, Sicurezza e Digitale?

"L'incremento degli stanziamenti per l'emergenza migranti è importantissimo per l'Italia, che fino ad oggi è stata lasciata troppo sola nel fronteggiare gli sbarchi: come proposto dal PPE, quei fondi serviranno anche a potenziare il Frontex con 10mila agenti in più da schierare a difesa dei confini europei. Sul digitale penso che sia una necessità ineludibile: anche l'industria ormai va in quella direzione, sostenere l'innovazione è indispensabile per stare al passo con la concorrenza americana e cinese. Ma è l'incremento dei fondi sulla sicurezza, e in particolare sulla difesa, quello che ritengo più importante: da tempo seguo il dossier sull'unione della difesa, ed è un tema su cui ormai i singoli Stati possono fare sempre meno. Destinare fondi alla sicurezza e alla difesa comuni vuol dire spendere meglio le risorse e ottenere risultati più efficaci, se pensiamo ad esempio che c'è da combattere il terrorismo".

Qual é il margine di intervento del Parlamento europeo e come si muoverà il gruppo di Forza Italia?

"Come ho già detto, i margini per cambiare questa proposta ci sono. Noi ci batteremo in particolare per minimizzare l'impatto dei tagli sulla nostra agricoltura e per far sì che le aree disagiate del nostro Paese continuino a beneficiare dei fondi strutturali. Deve essere chiaro anche che un compromesso va trovato, soprattutto per sventare il rischio che il bilancio non venga varato prima delle elezioni europee del maggio 2019. Vorrebbe dire bloccare l'Europa, non possiamo permettercelo".