Affari Europei

Brexit, Boris Johnson perde la maggioranza: Gran Bretagna ritorna al voto

BORIS JOHNSON SENZA MAGGIORANZA

Prima sconfitta per Boris Johnson ai Comuni: con 328 voti a favore e 301 contrari, il Parlamento britannico ha approvato la mozione per portare oggi in aula la legge anti no-deal promossa dai laburisti. Una sconfitta ancora più bruciante per l'inquilino di Downing Street a causa dei 21 'ribelli' Tory che, nonostante la minacciata espulsione, hanno votato contro il loro stesso governo, insieme alle opposizioni.    

JOHNSON SI SENTE PIU' DEBOLE A BRUXELLES

Immediata la replica di BoJo che ha annunciato, in caso di approvazione della legge, l'introduzione di una mozione per indire elezioni anticipate. Johnson non gode più della maggioranza, perduta dopo che il deputato Tory, Phillip Lee, è passato con i liberaldemocratici.    Con questo voto, ha commentato a caldo il premier, il Parlamento "è sull'orlo di distruggere qualsiasi accordo che potremmo riuscire a stipulare con Bruxelles. Questo perché il disegno di legge di domani (oggi, ndr) consegnerebbe il controllo dei negoziati all'Ue". "E dal momento che mi rifiuto di seguire questo piano, dovremo fare una scelta. Non voglio elezioni ma se il Parlamento voterà per questo disegno di legge, il pubblico dovrà scegliere chi andrà a Bruxelles il 17 ottobre per risolvere il problema e portare avanti il Paese".    

CORBYN GUIDA IL FRONTE ANTI BREXIT

Dal leader dei laburisti, Jeremy Corbyn, è subito arrivato l'alt: nessun sostegno alla mozione per il voto anticipato (indispensabile per farla passare) senza prima l'approvazione della legge che eviti una Brexit senza accordo, obbligando il premier a richiedere a Bruxelles un'estensione dell'Articolo 50. "Non c'è una maggioranza per un no-deal in questo Paese. Se il premier ha fiducia nella sua politica sulla Brexit, dovrebbe sottoporla al voto del popolo", ha affermato. "Vuole presentare una mozione per le elezioni, bene. Prima passi la legge in modo da escludere il no-deal", ha intimato Corbyn.    

JOHNSON ESPELLE I TORY RIBELLI

Passato il primo scoglio, ora si attendeno per oggi dibattito e votazione del disegno di legge, che quindi passerà alla Camera dei Lord. Qui, per evitare l'eventuale ostruzionismo dei Pari, la leader laburista Angela Smith ha già presentato una mozione affinché tutte le discussioni sulla norma si concludano entro le 5 del pomeriggio di venerdì; in questo modo la legge tornerebbe lunedì ai Comuni, dove i deputati avrebbero il tempo di discutere degli emendamenti dei Lord prima della sospensione dei lavori parlamentari.     Quanto ai 'ribelli' Tory (tra di loro ci sono due ex cancellieri dello Scacchiere e un nipote di Winston Churchill, il 71enne Sir Nicholas Soames), il loro destino sembra essere segnato: nonostante quanto inizialmente affermato da Andrea Leadsom, segretario di Stato per gli affari economici, che aveva parlato di una seconda chance, i media riportano che contro di loro è scattata la vendetta a cominciare dall'ex ministro delle Finanze, Philip Hammond, che tecnicamente non sarebbe già più un deputato conservatore.