Affari Europei

Brexit, Tusk: nessuna garanzia di accordo in Consiglio

I capi di Stato e di governo dell'Unione europea sono pronti a una lunga e impegnativa trattativa per dare al Regno Unito una risposta che consenta la sua permanenza nell'Unione evitando di "ipotecare" il futuro comunitario. Secondo quanto riferiscono diverse fonti diplomatiche alla vigilia di uno dei vertici piu' difficili per l'Unione, e' ancora necessario trovare un testo che sia al tempo stesso giuridicamente vincolante, senza modificare i trattati, ma che non crei nemmeno le condizioni per mettere in futuro in discussione i principi fondatori dell'Unione, a partire da quello sulla libera circolazione e sulla non discriminazione fra cittadini europei. Le preoccupazioni vengono soprattutto da alcuni paesi, che non vogliono in nessun caso aprire la strada a una sorta di "diritto di veto" per future scelte che riguardino appunto i principi fondatori e quanto l'Unione europea ha acquisito nei decenni della sua storia.

Le questioni "critiche" sono soprattutto le risposte alle richieste britanniche riguardo alla futura ulteriore integrazione Ue, che non si vuole mettere in discussione concedendo al Regno Unito, che ha da subito deciso di restare fuori dalla moneta unica, la possibilita' di intervenire. "Le basi per un accordo ci sono - secondo una fonte - ma occorre ancora stare molto attenti che non si delinei una possibilita' di veto. Su questo siamo quasi tutti d'accordo". Quanto alle sovranita' nazionali, il principio dal quale non ci si deve scostare, pur concedendo qualcosa al Regno Unito, e' la necessita' "di continuare ad avere obiettivi comuni".

Il testo del possibile accordo ha "un altissimo valore politico" e per questo non ci sono molti margini di negoziato. E se sulla semplificazione amministrativa dell'Ue i 28 sono d'accordo e non ci saranno problemi a concordare un testo di accordo, il quarto tema resta il piu' spinoso: quello della possibilita' di ricorrere a una "clausola di salvaguardia" provvisoria non fornendo agli immigrati da altri paesi Ue i benefici del welfare per un periodo determinato. Su questo, deve ancora essere deciso in che modo rendere questa possibilita' esclusiva per il Regno Unito, senza che si crei un precedente a cui anche gli altri paesi potranno in futuro ricorrere, e per quanto tempo puo' durare l'eccezione. Entrambe le questioni specifiche provocano forti preoccupazioni in ambienti comunitari.

Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk conferma il suo obiettivo di raggiungere un accordo con il Regno Unito perche' non esca dall'Ue, ma "non c'e' ancora nessuna garanzia" che questo avvenga nel vertice dei prossimi giorni. E' quanto scrive lo stesso Tusk nella sua lettera di invito ai Ventotto leader Ue. "Ci sono divergenze su alcune questioni politiche - si legge nella lettera - e sono pienamente consapevole che sara' difficile superarle. Nonostante cio', vi invito a rimanere costruttivi".

"Noi siamo per un compromesso" con la Gran Bretagna: "Non crediamo che occorra dare a Londra tutto quello che chiede e in queste ore si sta dialogando, ne discuteremo domani, c'e' da fare. I paletti ai quali l'Italia deve attenersi sono quelli della centralita' dell'euro e del riconoscimento della direzione di sviluppo della comunita' europea, il sempre piu' vicini che vede negli inglesi una posizione piu' articolata", ha detto il presidente del consiglio Matteo Renzi intervenendo al Senato sul Consiglio europeo di domani e venerdi'.

Una eventuale uscita della Gran Bretagna dall'Ue sarebbe "uno shock" per l'Europa, ha affermato il premier francese Manuel Valls. Tuttavia, ha aggiunto Valls, "crediamo e speriamo" in un accordo.

Molte delle richieste della Gran Bretagna per riformare l'impianto europeo sono "giustificate e comprensibili": lo ha affermato il cancelliere tedesco, Angela Merkel, davanti al Parlamento di Berlino. "Non riguardano solo interessi individuali del Regno Unito su alcune questioni, piuttosto su diversi punti che sono giustificati e comprensibili", ha affermato, presentando la posizione del governo tedesco in vista del summit Ue. "Come David Cameron - ha sostenuto la Merkel - credo che sia necessario per l'Ue migliorare la nostra competitivita' e ridurre la burocrazia: la Germania ha condiviso queste preoccupazioni per anni".