Affari Europei
Commercio, Salini: "Vigileremo sull'accordo tra Ue e Australia"

Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani
Mentre Donald Trump persevera nella sua politica protezionistica, rinunciando alla firma di trattati di libero scambio con altri Stati, l'Unione europea dà nuovo slancio nella sua politica di commercio globale. La Commissione Ue, che ha il diritto esclusivo di concludere accordi commerciali con Stati terzi, ha accelerato per iniziativa di Jean Claude Juncker l'apertura di nuovi negoziati. L'obiettivo dichiarato é di fare dell'Europa il centro del commercio e degli investimenti a livello globale, mettendo il settore produttivo del Vecchio Continente nelle condizioni di espandersi fuori dai confini europei.
Dopo aver firmato l'accordo con il Canada (il famoso Ceta), la Commissione Ue vuole chiudere il prima possibile i tavoli negoziali con il Giappone (a buon punto), il Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela) e con il Messico. E fra poco si aprirà un nuovo fronte di trattativa con l'Australia e la Nuova Zelanda. "Si tratta di una ottima opportunità per la nostra economia, ma bisogna essere vigili e saper cogliere le opportunità che arriveranno", spiega ad Affaritaliani.it Massimiliano Salini, eurodeputato di Forza Italia. E proprio il Parlamento Ue e il Consiglio (dunque gli Stati) avranno l'ultima parola sul futuro accordo di libero scambio.
Onorevole Salini, come valuta la possibilità di un agreement con l'Oceania?
"E' sicuramente una buona opportunità, anche se a differenza del Canada in questo caso é l'Australia a volere fortemente un accordo. Per questo dobbiamo vigilare sui contenuti".
Ci puó spiegare meglio?
"Il Canada é un Paese ad alto reddito in cui le nostre aziende possono trovare un mercato di sbocco interessante per le proprie produzioni. Nel caso dell'Australia un mercato enorme come quello europeo, da 500 milioni di consumatori, intercetta un mercato piccolo. E dunque i soggetti che puntano a guadagnare di più sono l'Australia e la Nuova Zelanda che hanno tutto l'interesse ad esportare i loro prodotti agricoli in Europa".
I nostri agricoltori sono a rischio?
"Dipende tutto da quali saranno i contenuti dell'accordo, che in questo momento neppure esiste. Qui al Parlamento europeo si sta discutendo di quali dovrebbero essere i contenuti e noi vogliamo porre l'accento proprio sulla protezione del nostro settore agroalimentare".
Quali sono i vantaggi che le nostre imprese potrebbero avere dall'accordo?
"Sono diversi, sicuramente il primo livello riguarda la possibilità di esportare beni finiti in quei Paesi. Ma ancora più interessante é la possibilità di fare lì degli investimenti. L'Australia é il Paese al mondo in cui é più facile fare business e per le nostre imprese puó essere una ottima opportunità. Infine c'é il tema dell'Asia".
In che senso?
"Australia e Nuova Zelanda sono la porta di ingresso per i mercati asiatici. L'Australia si distingue nel panorama globale per essere il miglior interlocutore per l'Asia in generale e per la Cina in particolare. Potrebbe essere un utile strumento per una penetrazione di quei mercati".
Quali sono invece gli svantaggi?
"Proprio l'eventualità che si sacrifichi il settore agricolo. L'Unione europea non é un unicum, ma ha moltissime differenze al suo interno. Ci sono Paesi, come il nostro, che hanno nell'agricoltura e nell'industria agroalimentare un baluardo di eccellenza riconosciuto nel mondo. Ci sono invece altri Stati che fanno del commercio, della produzione industriale o degli investimenti il loro core business. Noi dobbiamo vigilare affinché l'accordo con Australia e Nuova Zelanda sia bilanciato e offra opportunità ai nostri produttori salvaguardando la specificità dei nostri prodotti agroalimentari".