Affari Europei

Formula Uno, Force India e Sauber all'Ue: "Concorrenza sleale"

Formula Uno nel caos. Force India e Sauber hanno presentato una denuncia ufficiale sulle modalità di gestione del 'Circus' all'Unione Europea, parlando di "concorrenza sleale". I due team non sarebbero soddisfatti sul modo di distribuzione dei premi in denaro, e sostengono che esista un sistema sbilanciato a favore delle scuderie più affermate. Entrambi i team hanno manifestato il loro disappunto per non essere inclusi nel tavolo di regolamentazione che comprende Mercedes, McLaren, Ferrari, Red Bull e Williams, oltre a Bernie Ecclestone, titolare dei diritti commerciali della F1 e al presidente della Fia Jean Todt.

"La Sahara Force India", si legge in una dichiarazione del team "ha presentato con Sauber una denuncia presso l'Unione europea per mettere in discussione la governance della Formula Uno e dimostrare che il sistema di divisione dei ricavi e il modo in cui vengono determinate le regole è iniquo ed illegale". Nel mirino quindi, la gestione del potere dello Strategy Group, vale a dire quello dei team più importanti, e la struttura di divisione dei ricavi. Se l'Unione europea dovesse decidere che le lamentele di Force India e Sauber sono giustificate allora potrebbe intervenire e forzare dei cambiamenti in F.1. La cosa, ovviamente, potrebbe avere implicazioni imprevedibili per i proprietari dei team, ma anche per tutte le squadre. Nel 2013 si stima che la Ferrari abbia portato a casa 166 milioni di dollari, mentre Force India e Sauber sono state entrambe sotto i 60 milioni dollari.

Bernie Ecclestone non si fa impressionare: "La linea di fondo è, che loro dicono che stiamo dando troppo denaro ad alcune persone e non abbastanza agli altri" ha detto alla stampa britannica, "ma tutto questo è sempre stato fatto per cui tutti sapevano cosa sarebbe accaduto, e tutti hanno firmato dei contratti che erano molto chiari. Suppongo abbiano avuto un cambiamento nei loro cuori, e io non li biasimo. Qualcuno avrà dato un'occhiata a questi e decidere che gli accordi che hanno firmato ora non sono validi e devono essere cambiati. Dal nostro punto di vista non farà alcuna differenza".