Affari Europei

Grecia, Pittella: "E' ora di introdurre gli eurobond"

Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani

Presidente Pittella, il referendum greco è servito a qualcosa o è stato, come dicono alcuni, solo una perdita di tempo?
“Quando si chiamano i cittadini ad esprimere un voto non è mai tempo sprecato, ma un momento importante per la democrazia”.

Che cosa succederà adesso nei negoziati?
“Bisogna mettersi immediatamente attorno ad un tavolo per trovare una soluzione alla crisi. Occorre ripartire dall'ipotesi di soluzione che era sul tavolo prima che fosse annunciato il referendum e che non è stata siglata per differenze davvero minime”.

Dalla Germania però sono arrivate delle chiusure forti. L'accordo è ancora possibile?
“Queste sono reazioni a caldo che non vanno mai prese troppo sul serio. Anche la Germania si siederà al tavolo dei negoziati sapendo che la Grecia non può essere lasciata al suo destino perché il destino di tutti gli europei è legato ad Atene”.

Alcuni deputati hanno recriminato alla sinistra europea di non essere stata abbastanza vicino a Tsipras nella lotta contro l'austerity. Come presidente del gruppo Socialisti&Democratici al Parlamento europeo sente di avere fatto tutto il necessario?
“Sono accuse assolutamente infondate. Sia il governo Renzi che il gruppo dei socialisti europei  ha avuto nella vicenda greca una posizione assolutamente costruttiva e di sostegno alla ricerca di una intesa. Io stesso ho incontrato Tsipras più volte e ora sto cercando di fare da ponte con gli interlocutori europei”.

C'è chi spera che da questa vicenda ci sia una ripresa dell'integrazione europea, magari sul sentiero indicato dalla 'relazione dei cinque presidenti'. È possibile o il voto greco ha avvelenato i pozzi?
“Il voto greco non era né contro l'euro né contro l'Eurozona. Ma contro l'ipotesi di accordo presentata dal Bruxelles Group. Il documento dei 5 presidenti è prezioso e si deve andare verso una maggiore governance politica ed economica. Una moneta, per quanto robusta, da sola non basta. Quello che è accaduto in Grecia potrebbe accadere in altri Pesi europei. Questo ci deve insegnare che accanto alla moneta servono altri strumenti”.

Ad esempio?
“Serve un sistema di mutualizzazione del debito europeo. Io sono stato tra i primi a sostenere che fosse necessario creare degli eurobond. Per condividere il debito e raccogliere la liquidità finanziaria per investire sulle infrastrutture materiali e immateriali necessarie alla crescita dell'Europa”.

Non è ottimistico ritenere che in una fase come questa si vada verso una mutualizzazione del debito?
“Io saluto con favore la decisione del ministro Varoufakis di dimettersi. Una persona che ha definito i creditori dei 'terroristi' certamente avrebbe reso più difficili le trattative. Ci sono segnali di distensione e ognuno di noi deve comportarsi in maniera lucida e responsabile”.

Secondo lei ci sono alcuni governi che pensano di fare fallire la Grecia come monito verso gli altri Paesi con i conti non in ordine? Insomma, punirne uno per educarne cento?
“Io non credo. Applicare il famigerato motto significa avere una idea di Europa che non è fondata sulla solidarietà ma sull'imperio. Una opzione neppure contemplabile”.

Che cosa si aspetta dal governo italiano ora?
“Sono certo che il premier Renzi avrà la stessa posizione di costruttività e di collaborazione che ha avuto negli ultimi mesi. L'Italia ha sempre agito in maniera misurata e finalizzata al raggiungimento di una intesa”.