Affari Europei
In Europa sopravvive l'infamia delle Mutilazioni genitali femminili
Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani
Almeno 200 milioni di donne e ragazze in tutto il mondo hanno subito mutilazioni genitali come l'asportazione parziale o totale del clitoride e il taglio delle grandi e piccole labbra. Pratiche diffuse in alcune regioni dell'Africa, in Medio Oriente, Malesia e Indonesia, ma anche in Europa, all'interno delle comunità di migranti provenienti da questi Paesi. Secondo l'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere sono almeno 13 gli Stati Ue in cui queste mutilazioni vengono effettuate, e tra questi c'é l'Italia.
"Si tratta di pratiche barbare e aberranti che riguardano anche molti Stati europei dove vengono ancora praticate. Una situazione che non é accettabile", denuncia ad Affaritaliani.it Michela Giuffrida, eurodeputata del Partito democratico. Proprio l'Aula di Strasburgo, in occasione della giornata internazionale della tolleranza zero contro le mutilazioni genitali femminili (il 6 febbraio) ha chiesto alla Commissione informazioni sui progressi ottenuti nell'eradicazione di questa piaga.
Le mutilazioni genitali sono legali in Europa?
"Assolutamente no, ma vengono praticate comunque all'interno di alcune comunità di migranti che vivono nelle nostre città. Non possiamo accettare che in Europa si protraggano queste atrocitá, é una questione di rispetto dei diritti umani. Per questo serve da un lato far rispettare la legge, dall'altro sviluppare progetti di educazione e di sensibilizzazione anche degli operatori sanitari per assistere le donne vittime di questi abusi".
Sono operazioni a favore della salute delle donne?
"Assolutamente no, anzi. Dato che queste mutilazioni vengono effettuate in casa senza il rispetto di alcuna norma igienica spesso le bambine finiscono in ospedale e rischiano di perdere la vita per le infezioni. Ma in ogni caso le lesioni che subiscono impediscono a queste povere donne di avere una vita sessuale normale".
Qual é l'origine di questa pratica?
"In alcune realtà tribali si crede che le donne non abbiano diritto al godimento della propria sessualità. La donna deve giacere in uno stato di sudditanza rispetto all'uomo. Inoltre si crede che privando la donna della possibilità di provare piacere questa non possa cedere alla tentazione".