Panama Papers, stretta della Commissione Ue sui paradisi fiscali
Pittella ad Affari: "Bene il Country by Country Reporting"
La Commissione Europea sta per annunciare una stretta contro l'utilizzo dei paradisi fiscali da parte delle grandi multinazionali che operano nel Vecchio Continente. In particolare, l'esecutivo europeo prevederà l'obbligo per le grandi aziende di rendere pubblici i loro ricavi in ciscuno degli stati membri dell'Unione con l'introduzione del Country by Country Reporting (CBCR) Una misura che dovrebbe bloccare la pratica di spostare i profitti nei paesi con imposizione fiscale più bassa, spesso attraverso l'uso di società fittizie come quelle rivelate dai cosiddetti Panama Papers.
Il commissario ai servizi finanziari, Jonathan Hill, annuncerà il pacchetto di misure oggi alle 14 ora italiana al Parlamento Europeo. Le nuove regole si applicheranno a tutte le società con ricavi di almeno 750 milioni di euro annuali con attività all'interno dell'Unione europea. Si tratta, secondo i calcoli di Bruxelles, di circa 6.000 aziende, include 1.000 asiatiche, pari al 90% di tutte le società globali di queste dimesioni.
“Come gruppo S&D siamo a favore della creazione di una commissione di inchiesta sul caso dei Panama Papers”, speiga ad Affaritaliani.it Gianni Pittella, eurodeputato e presidente del gruppo dei Socialisti e Democratici, di cui il Pd fa parte. “In Europa serve una maggiore integrazione fiscale per combattere l'evasione e rafforzare la ripresa economica. E anche una black list condivisa sui paradisi fiscali”. E sul Country by Country Reporting Pittella chiede un rafforzamento della proposta della Commissione: “Devono essere introdotti obblighi anche per le multinazionali con fatturati inferiori a 750 milioni di euro e che operano all'estero. E chiediamo che per un principio di trasparenza i dati siano accessibili a tutti”.