Pd, Renzi chiude la campagna da Bruxelles: 5 proposte per salvare l'Ue
Renzi chiude la campagna elettorale per le primarie Pd da Bruxelles e avanza cinque proposte (la maggior parte non nuove) per rilanciare l'Unione europea
Cinque proposte per salvare l'Europa dai populisti e cambiarla radicalmente: Matteo Renzi ha scelto Bruxelles, la capitale dell'Unione Europea luogo di tante battaglie quando era presidente del Consiglio, per chiudere la campagna delle primarie del Partito democratico. Bruxelles "per l'Italia non e' la normalita' - ha spiegato Renzi - ma un simbolo di grande importanza per il ruolo dell'Europa e le sfide dei prossimi anni". Lo slogan e' "Europa si', ma non cosi'". La coreografia e' rappresentata da un centinaio di giovani arrivati in charter con lui, a cui si sono aggiunti europarlamentari, funzionari e assistenti italiani che lavorano nelle istituzioni comunitarie o semplici militanti del Pd in Belgio e Lussemburgo. Al suo fianco, il ministro all'Agricoltura, Maurizio Martina, il sottosegretario agli Affari europei, Sandro Gozi, e la capodelegazione del Pd all'Europarlamento, Patrizia Toia.
Da Renzi 5 propose per salvare l'Unione europea
"Sappiamo che oggi la sfida e' salvare l'Europa dai rischi dei populisti. Ma allo stesso tempo l'Europa ha bisogno di un cambiamento radicale", ha avvertito Renzi prima di elencare le cinque proposte che vuole realizzare una volta rieletto segretario del Partito Democratico, con un occhio a palazzo Chigi dove, se riuscira' a tornare, trovera' una Ue con equilibri politici profondamente diversi rispetto allo scorso dicembre. La prima proposta di Renzi e' rafforzare la democrazia dell'Ue con "l'elezione diretta del presidente della Commissione" e la creazione di liste transnazionali per eleggere i 73 deputati al Parlamento Europeo lasciati liberi dal Regno Unito dopo la Brexit. "Non sara' facile. La strada sara' lunga ma questa e' l'unica possibilita' di trasformare un dibattito tecnocratico in un dibattito politico", ha spiegato Renzi. La prima tappa sara' di proporre al Partito Socialista Europeo (Pse) "elezioni primarie per il candidato alla presidenza della Commissione nel 2019".
Da Bruxelles Renzi dice basta all'austerity
La seconda proposta per l'Ue e' una vecchia battaglia: "L'austerita' non e' la risposta". Renzi ha annunciato che "l'Italia potrebbe mettere il veto" alla possibilita' di includere il Fiscal compact nei Trattati. "Siamo contro" perche' di "austerity si muore", ha tagliato corto l'ex presidente del Consiglio prima di raccontare ai militanti del Pd un aneddoto. La scelta di togliere la bandiera dell'Ue sullo sfondo di un 'Matteo Risponde' lo scorso novembre era stata "un gesto calcolato. In quelle ore l'Italia stava affrontando nuove scosse di terremoto. La cattedrale di Norcia era venuta giu'" ed e' arrivata "la notizia che l'Europa ci chiede con una letterina lo 0,2% di deficit". Per Renzi, "abbiamo bisogno di un'Europa che faccia rispettare le regole a tutti, anche a quelli che non rispettano le regole sul surplus commerciale per esempio", ma soprattutto che "abbia come prima regola la fedelta' a se' stessa. Quando c'e' un terremoto si sta affianco, non si mandano letterine".
Un Piano Juncker per le periferie
La terza proposta era stata anticipata nei giorni scorsi: portare il piano Juncker sugli investimenti nelle periferie. Renzi ha citato il caso di Moelenbeek, il quartiere di Bruxelles dove sono transitata decine di jihadisti che hanno colpito l'Europa, ma anche le periferie italiane che ha visitato negli ultimi giorni. La quarta proposta e' creare "un'unione sociale, dopo l'unione bancaria e l'unione fiscale", con "l'assicurazione contro la disoccupazione in particolare per i giovani, e investimenti nel welfare e in alloggi sociali. "L'Europa sociale e' parte della nostro futuro", perche' "e' impossibile proseguire solo con banche, debito, deficit", ha detto Renzi.
Renzi chiede piú investimenti in cultura
Anche la quinta proposta non e' nuova, tuttavia implica un "cambiamento radicale nella cultura". Secondo Renzi, "per ogni euro investito in sicurezza, un euro (deve essere) investito in cultura. Per ogni poliziotto abbiamo bisogno di un insegnante. Per ogni investimento in termini di esercito, abbiamo bisogno di investimenti in teatri e qualita' della vita". La cultura e' prioritaria perche' "e' una questione di identita' e non possiamo lasciarla ai populisti", ha avvertito Renzi. Renzi non ha mancato di affrontare le questioni di stretta attualita' politica per l'Ue. Domani c'e' un Consiglio europeo sulle linee guida dei negoziati sulla Brexit: "abbiamo la stessa posizione del governo italiano e della cancelliera tedesca Angela Merkel", ha detto l'ex presidente del Consiglio. Soprattutto, mancano nove giorni al secondo turno delle elezioni presidenziali in Francia, dove Emmanuel Macron porta la bandiera dell'Ue nello scontro con l'ultra-nazionalista Marine Le Pen.
Se Macron vincera' "puo' cambiare l'Europa" ma "non e' finita. Ci sono dieci giorni di campagna elettorale molto difficile", ha avvertito Renzi. L'ex presidente del Consiglio tuttavia ha tenuto a sottolineare che l'Europa va cambiata "con tutti". Macron ieri ha annunciato che il suo primo contatto telefonico in caso di elezione all'Eliseo sara' con Merkel. Il candidato di En Marche! su gestione dei conti pubblici e riforme ha posizioni vicine a quelle di Berlino. A Bruxelles in molti sperano che il motore franco-tedesco si possa riaccendere. Il pericolo per Renzi e' di ritrovarsi isolato nella sua battaglia contro l'austerita'.