Affari Europei

Podemos, il partito che ha vinto le elezioni in Spagna ora punta al governo

Podemos ha confermato tutte le previsioni pre-elettorali portando a casa comuni grandi e piccoli, compresi Madrid e Barcellona. Un vero trionfo che ha fatto dichiarare al suo leader, Pablo Iglesias, che il “bipartitismo spagnolo è morto”. L'ascesa del partito erede degli Indignados sembra inarrestabile e il prossimo appuntamento è per questo inverno. A dicembre gli spagnoli andranno ad elezioni per rinnovare il Parlamento e Iglesias ha intenzione di diventare il prossimo premier

Ma chi è Pablo Iglesias e che cos'è Podemos? Per capirlo non bisonga andare troppo indietro nella storia del Paese iberico. Podemos è nato nel gennaio del 2014 raccogliendo il malcontento delle migliaia di giovani scesi in piazza nel 2011 sotto la bandiera degli Indignados.

Da quei movimenti di popolo Podemos ha ereditato l'architettura del suo programma elettorale. Prima di tutto lotta alla casta, intesa come la vecchia classe politica che, mutuando un termine italiano, deve essere 'rottamata'. Per Iglesias, ricercatore universitario 35enne, corruzione e malaffare sono il cancro della Spagna e sono collegate strettamente con i due vecchi partiti tradizionali: il Partito popolare e il Partito socialista. Entrambi da rottamare.

In molti collocano Podemos tra i partiti di sinistra (e certamente lo è), ma incasellarlo in vecchi stereotipi non piace né ai suoi sostenitori né alla sua classe dirigente. Certo Iglesias ha fatto la gavetta nella sezione giovanile del Partito comunista, prima di distaccarsene. Ma alcuni punti del suo programma potrebbero essere quelli di Izquierda unida (il partito di sinistra radicale) che vorrebbe nazionalizzare i servizi pubblici, mettere un tetto agli stipendi più alti e un minimo a quelli più bassi.

C'è poi una vena ambientalista molto forte e uno strisciante anti-americanismo che si è tradotto con la proposta di indire un referendum per chiedere agli spagnoli se desiderano rimanere ancora all'interno della Nato. E sull'Europa? La posizione di Podemos è sì euroscettica, ma non rottamatrice. L'Unione europea è un progetto a cui Iglesias tiene molto (e di cui fa parte visto che occupa uno dei cinque seggi conquistati dal partito nel 2014), ma che vorrebbe rivoluzionare. Meno burocrati e banche, più attenzione ai disoccupati, alle famiglie e all'ambiente.

C'è chi fa un paragone diretto tra Iglesias e Grillo, tra Podemos e il Movimento 5 Stelle. Analogie ce ne sono, ma non bisogna saltare a conclusioni affrettate. Su molti temi le posizioni sono simili, ma su questioni come l'euro divergono. E poi c'è il modo di fare politica. Iglesias è cresciuto nel Partito comunista, è un giornalista ed è assiduo frequentatore dei dei talk televisivi. Come Grillo è fortemente radicato in Rete, ma ha anche un forte sostegno popolare, ramificato sul territorio.

La prova delle loro differenze sta nel fatto che i due movimenti non siedono agli stessi scranni del Parlamento europeo. Iglesias è parte della Gue, la sinistra europea, mentre i grillini sono alleati del partito di destra Ukip, guidato da Nigel Farage, all'interno del partito Europa della libertà e della democrazia diretta.