Affari Europei
Von der Leyen, la Lega tratta con Zanni: "Sembra ben disposta con noi"
Classe 1986, entrato nella Lega da un anno e due mesi, l'ex M5s Mauro Zanni e' l'europarlamentare cui Salvini ha affidato la preparazione del cammino della Lega
Zanni, il giovane ex M5s passato a Lega che tratta con von der Leyen
Classe 1986, entrato nella Lega da un anno e due mesi, l'ex M5s Mauro Zanni è l'europarlamentare cui Matteo Salvini ha affidato la preparazione del cammino della Lega, che il segretario avrebbe voluto portare a diventare "partito egemone", nella 'nuova' Unione europea. Nominato l'11 marzo responsabile Esteri del partito dal consiglio federale del movimento, Zanni ha lavorato in Banca Imi, dopo gli studi bocconiani. Sono note le sue posizioni personali contro la moneta unica, di cui ha sottolineato piu' volte i "danni" provocati dall'introduzione. Originario di Lovere, sul Lago d'Iseo, nella Bergamasca, entra in politica nel 2014 e viene eletto nelle fila M5s a Strasburgo grazie al sostegno dei compagni di partito, i lombardi Stefano Buffagni, attuale sottosegretario gli Affari regionali, e Dario Violi (quasi 17mila nella circoscrizione Nord Ovest).
L'esperienza di Zanni nel M5s
Ma la sua permanenza nel gruppo dei pentastellati dura poco meno di due anni e otto mesi: nel gennaio del 2017, lascia il Movimento in polemica con l'avvio del dialogo tra M5s e i liberali dell'Alde. Prima entra come indipendente nel gruppo cui aderisce la Lega a Strasburgo (Europa delle nazioni e delle liberta') e dal 15 maggio del 2018 e' arruolato nel partito di via Bellerio. Rieletto il 26 maggio scorso nelle fila della Lega, ottiene poco piu' di 18mila preferenze. In rappresentanza del partito di via Bellerio, viene poi eletto, il 13 giugno, capogruppo del nuovo gruppo sovranista in Europarlamento, 'Identita' e democrazia', il quinto gruppo europeo per numero di deputati. Da allora ha condotto la trattativa leghista sulle nomine Ue, con la Lega che, pero', e' rimasta a 'bocca asciutta'. Ma la partita non e' ancora chiusa: fondamentale sara' il nodo dell'indicazione del commissario italiano e la decisione di Salvini se appoggiare o meno Ursula von der Leynen. E i due nodi potrebbero anche intrecciarsi.