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rifiuti e pedalò rotti  a Calamarina, Pula,  in  Sardegna

Domanda: ci sono sempre più rifiuti anche di elevate dimensioni come pedalò rotti sulle spiagge, ci sono dei progetti europei per tutelare le spiagge? Rosalinda Fuscario

Risposta: sì. Ci sono fondi, progetti e associazioni attive a livello europeo. I rifiuti sono una delle principali minacce agli ecosistemi marini e rappresentano un rischio crescente alla biodiversità, l’ambiente, l’economia e la salute. La presenza di rifiuti in mare pone anche un problema economico, in particolare per la navigazione e il turismo: si calcola che ogni anno in Europa si spendano 630 milioni di euro a causa dei rifiuti marini. Nel Mediterraneo una considerevole quantità di rifiuti è prodotta dalle attività ricreative e turistiche ed è a questa frazione che il progetto di sensibilizzazione europeo Clean Sea LIFE (LIFE15 GIE/IT/000999) ha rivolto in particolare la sua attenzione. L’obiettivo di Clean Sea Life, progetto che ha come capofila il Parco Nazionale dell’Asinara, è di contrastare l’accumulo dei rifiuti marini lungo le coste italiane attraverso la sensibilizzazione, la promozione dell’impegno attivo dei cittadini e la diffusione di buone pratiche di gestione fra operatori turistici e le autorità. Il progetto, oltre a organizzare e promuovere attività di pulizie di spiagge e fondali, sollecita un cambiamento di abitudini che limiti la produzione dei rifiuti anche attraverso la limitazione dell’utilizzo di oggetti monouso e incoraggia la corretta gestione dei rifiuti. In tutta Italia sono state accolte oltre 66 tonnellate di spazzatura marina, di cui 51 dai fondali, e centinaia di attrezzi da pesca perduti. Da sottolineare l’esperienza innovativa del recupero di reti perdute con l’utilizzo dei ROV, sviluppata con il supporto volontario di pescatori corallari. Clean Sea Life si è distinta per l’attività di “pesca di rifiuti”, coinvolgendo i pescatori e le autorità locali di quattro porti italiani (Porto Torres, Manfredonia, Rimini e San Benedetto del Tronto) nella gestione dei rifiuti raccolti dalle reti. Una intensa attività di networking ha portato Clean Sea LIFE a collaborare con altri progetti LIFE, enti di ricerca, associazioni ambientaliste e associazioni di categoria, e a presentare le proprie attività in molti congressi nazionali e internazionali, fra cui il congresso mondiale sui rifiuti marini. Attualmente sono aperti diversi bandi del programma comunitario LifePlus che cofinanziano ad esempio progetti di assistenza tecnica per interventi a livello europeo, nazionale, regionale o multiregionale in materia di natura e/o biodiversità; progetti nazionali o regionali di gestione dei rifiuti e di prevenzione dei rifiuti; progetti per una migliore gestione dei bacini idrografici e una tutela dei bacini marini e delle spiagge con la loro biodiversità.   Inoltre c’è la campagna #EUBeachCleanup  chemira a sensibilizzare sul problema dell'inquinamento marino. È organizzata ogni anno dalla Direzione Generale MARE della Commissione europea in collaborazione con le Nazioni Unite e gli “Smurf”. Prevede eventi di pulizia in tutto il mondo lungo le spiagge, le rive dei fiumi e nelle città. Nel 2023, 45.700 partecipanti hanno preso parte a 555 eventi, in 44 paesi su tutti i continenti abitati. Chiunque può aderire alla campagna, per partecipare, basta usare l'hashtag #EUBeachCleanup, organizzare un evento nella propria regione e registralo sul sito web. L'iniziativa durerà tra il 10 giugno e il 31 ottobre con un picco il 20 settembre 2024, in occasione della “Giornata mondiale della pulizia”.

 

Domanda: siamo una associazione che si occupa di progetti di sviluppo urbano, ci sono dei fondi europei per noi? Luana Garaccio

Risposta: sì. Possono essere cofinanziati progetti, iniziative ideate da cittadini per risolvere le sfide che le città, le aree periurbane e rurali europee devono affrontare, integrando i valori fondamentali di sostenibilità, bellezza e inclusività del Nuovo Bauhaus Europeo. I progetti devono promuovere attività che migliorino la qualità della vita dei cittadini e integrino i valori di sostenibilità, estetica e inclusione. Le attività devono essere mirate ad almeno due gruppi di destinatari ben identificati (ad esempio, per età, professione o quartiere) e devono svolgersi in una località specifica all'interno degli Stati membri dell’Unione Europea o degli Stati associati al programma Horizon Europe. Possono aderire pmi, persone giuridiche con sede legale in uno degli Stati membri dell'Unione Europea e negli Stati terzi associati a Horizon Europe e gli Stati RIS. Sono ammissibili unicamente proposte presentate da un singolo soggetto.

Domanda: si parla tanto di digitalizzazione nella pubblica amministrazione, noi siamo una piccola impresa innovativa e collaboriamo con realtà pubbliche su questi temi; ci sono fondi e bandi europei per sostenere progetti e questi cambiamenti? Andrea Turceddu

Risposta: sì. Ci sono i fondi in particolare del programma Europa Digitale ed è aperto un bando che cofinanzia proposte progettuali in risposta alla call DIGITAL-2024-BESTUSE-TECH-06-TRUST, lanciata nel quadro di Europa Digitale e relativa allEcosistema europeo di identità digitale e fiducia (standard e esempi di implementazione). Il topic rientra nel filone dello Sviluppo dei servizi pubblici, che mira a promuovere l'ulteriore digitalizzazione della pubblica amministrazione. Si punta a sostenere l'attuazione dell'ecosistema europeo di identità digitale e fiducia in linea con il regolamento che istituisce il quadro europeo dell'identità digitale e gestire la transizione tra il quadro attuale e quello futuro, integrando o sostituendo l'attuale infrastruttura di servizi digitali, migliorando l'accesso dei cittadini e delle imprese a strumenti di identità elettronica affidabili e sicuri e a servizi fiduciari quali firme elettroniche o attestazioni di attributi. Ogni proposta progettuale si deve concentrare sull’implementazione pilota dell'ecosistema EU Digital Identity and Trust da parte di soggetti del settore pubblico e privato che convalidino riferimenti tecnici, standard, componenti, infrastrutture e soluzioni per le firme digitali e lo scambio di dati identificativi delle persone e attestazioni (qualificate) di attributi mediante un portafoglio digitale personalizzato (eWallet). Le proposte progettuali devono dimostrare la loro conformità alle specifiche tecniche e agli standard stabiliti per il portafoglio europeo di identità digitale. Il bando ha un budget di venti milioni di euro e ogni progetto approvato potrà ottenere una copertura dei costi ammissibili sino ad un massimo del cinquanta per cento. Possono partecipare al bando pmi, mid cap, centri di ricerche, grandi imprese, enti locali e pubblica amministrazione.

 



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