Alcol, binge drinking tra i giovani: allarme alcol
Binge Drinking, ovvero la tendenza a bere alcol lontano dai pasti e soprattutto in quantità non irrilevanti, un modo per "sballarsi" meglio e più velocemente, si sta diffondendo. Le motivazioni che spingono i giovani ad avvicinarsi all’alcol possono essere: uniformarsi al gruppo, provare sensazioni piacevoli; la solitudine, evadere dai problemi, dal senso di vuoto, curarsi dalla depressione; alcuni giovani lo fanno per disinibirsi prima di un rapporto sessuale.
Una problematica così attuale da spingere il Ministero della Salute a lanciare un vero e proprio allarme in relazione ai dati diffusi da un recente report elaborato dall'ISTAT. In base a quanto emerso dalla ricerca condotta dall'istituto di statistica, durante il 2014 il 63% dei nostri connazionali dagli 11 anni in su (ovvero oltre 34 milioni di persone) avrebbe consumato almeno una bevanda a base di alcol.
Dato che riguarderebbe più la parte maschile delle popolazione (76,6%) che le donne (50,2%). Il 22% dei consumatori (un dato pari a circa 12 milioni circa di persone) assume ogni giorno sostanze di questo genere (il 33,8% tra gli uomini contro l'11,1% delle donne). Numero in lieve calo per quanto riguarda l'assunzione giornaliera rispetto al 2013 quando ad essere interessato era il 22,7% del campione.
La dipendenza dall'alcol rappresenta sempre di più una piaga sociale e un fenomeno che interessa, destando preoccupazione, le nuove generazioni. Non solo dati allarmanti, comunque: si registra anche un calo del numero di decessi attribuibili direttamente all'alcol (a causa di malattie al fegato, ictus e trombosi), sia dei consumatori giornalieri, passati dal 22,7% del 2013 al 22,1% del 2014.
Tale consumo fuori pasto è molto popolare soprattutto tra i giovani dai 18 ai 24 anni e tra i giovani adulti dai 25 ai 44 anni, che lo adottano di frequente come abitudine relativa a contesti legati al divertimento e alla socializzazione. Sono 2.700.000 i consumatori ultra sessantacinquenni a rischio per patologie e problematiche alcol-correlate.
Per contrastare però questa tendenza in scandinavia, in particolare a Stoccolma, sta prendendo piede una nuova tendenza, questa volta positiva. Si tratta del "Sober Party", la festa sobria. Trattasi di eventi e feste dove il tema principale sarà quello del divertimento senza però alcun goccio d’alcool. Il paese scandinavo, che ha i problemi maggiori quando si tratta del rapporto tra minorenni e consumo d’alcool, sta cercando di ricorrere ai ripari dopo aver scoperto che, secondo uno studio portato avanti da dall’Assembly of European Regions, i costi sociali (malattie e disagi psicologici dovuti all’alcool) sono pari a 17 miliardi di euro. Questo uno dei motivi per cui sono effettivamente entrati di moda i party ‘per astemi’, ma c’è anche maggiore consapevolezza, da parte dei giovani d’oggi, che bere non è obbligatorio per provare divertimento.
Anche a Londra il fenomeno è arrivato. Tutto è nato da un articolo del Telegraph con i migliori 10 cocktail non alcolici da poter preparare. Articolo che è effettivamente diventato virale in UK. Nel frattempo si è studiata una nuova tecnica per fare cocktail analcolici con lo stesso gusto degli alcolici: tutto consiste nel far evaporare l’alcool presente all’interno dei vari Mojito, Long Island ecc ecc. E il successo è stato immediato: non una bolla, ma un successo che, oramai, perdura da diversi mesi, sintomo di una sensibilità sul tema che va solidificandosi. Il motivo? A spiegarlo è stata Catherine Salway, tra le prime a credere nel progetto con il suo locale a Nothing Hill, provocatoriamente chiamato Redemption: "C’è un input sfidante che ha attratto i più giovani a partecipare: siete in grado di divertirvi, rilassarvi, essere voi stessi senza ubriacarvi?". E dopo aver vinto la sfida, molti giovani forse si stanno accorgendo che, in fondo, è anche piacevole non ubriacarsi.