MasterChef, trionfa Tracy Eboigbodin. I giudici premiano il mix Italia-Nigeria

Il mix tra Nigeria e Veneto della 28enne si è aggiudicato l’undicesima edizione del cooking show

Masterchef finale
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Masterchef Italia ha eletto la sua trionfatrice: il viaggio nella cucina di tutto il mondo lo vince Tracy 

Tracy Eboigbodin ha vinto l’undicesima edizione del cooking show prodotto da Endemol Shine Italy per Sky. La proclamazione è avvenuta ieri notte, nell’ultimo episodio di questa stagione, dalla voce di Giorgio Locatelli, uno dei giudici del programma insieme a Bruno Barbieri e Antonino Cannavacciuolo.

Sul podio, protagonisti con lei della finalissima, Carmine Gorrasi e Christian Passeri. Quarta classificata Lia Valetti, eliminata al termine del primo episodio della serata in cui sono stati ospiti due chef tristellati: Enrico Crippa (dal ristorante “Piazza Duomo” di Alba, in provincia di Cuneo) e Andreas Caminada (dal ristorante “Schloss Schauenstein”, in Svizzera).

Al termine di una stagione che ha potuto viaggiare davvero in tutto il mondo grazie a una Masterclass cosmopolita ed eterogenea, i giudici hanno premiato la cameriera di sala 28enne e il mix tra la tradizione nigeriana delle sue origini e il suo presente in Veneto, a Vallese di Oppeano (Verona).

Masterchef finale
 

Con la vittoria, Tracy si aggiudica 100.000 euro in gettoni d’oro, la possibilità di pubblicare il proprio primo libro di ricette dal titolo “Soul Kitchen - Le mie ricette per nutrire l’anima” (edito da Baldini&Castoldi in uscita il 15 marzo) e l’accesso ad un prestigioso corso di alta formazione presso Alma, la Scuola internazionale di Cucina Italiana.

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Masterchef Italia, il menù di Tracy

Tracy ha proposto un menù dal titolo L’abbraccio, che lei ha descritto così: "L’abbraccio è il simbolo fondamentale dell’unione di due elementi diversi, distanti, a volte remoti… In questo percorso a MasterChef ho imparato proprio ad aprirmi a ciò che è sconosciuto, ad accettare senza pregiudizi né paure ciò che mi circonda e a renderlo parte di me e della mia cucina in modo positivo e, attraverso questo menù, voglio tradurre in quattro portate quanto questo valga per me»".

L’antipasto era La gondola e il Niger, un baccalà mantecato alle spezie, maionese all’aglio nero, spugna di prezzemolo e cialda alla curcuma, per "omaggiare sia la regione che mi ha accolta, il Veneto, che il mio paese d’origine la Nigeria. Da un lato il baccalà mantecato, un classico della cucina veneta, dall’altro il gusto forte e pungente delle spezie africane e dell’aglio nero".

Il primo era Ravioli di capra, un raviolo semitrasparente ripieno di battuto di capra su salsa di coriandolo e sfere di yogurt greco speziato. Protagonisti di tutto proprio i ravioli "come espressione dell’idea di melting pot, di commistione di culture e gastronomie all’interno di un unico elemento". Questo piatto, ha proseguito, "è un viaggio che parte dalla cultura asiatica, passa per l’Africa con il ripieno in cui ho voluto ritrovare i miei ricordi d’infanzia, fino ad approdare in Sud America con l’uso del coriandolo".

Come secondo Pluma iberica di maiale con salsa di burro e chips di platano fritto, con platano al vapore come da tradizione nigeriana; questa carne – dice Tracy – è "uno degli ingredienti che meglio di tanti altri riesce ad unificare le cucine di tutto il mondo, tutti i popoli hanno imparato a non buttare via niente. Io sono cresciuta letteralmente “tra i maiali” che gironzolavano per casa cercando cibo, tra cui il platano che con gli altri bambini raccoglievamo per venderlo al mercato".

Infine, come dessert, una Mousse ai tre cioccolati con crumble di frolla e salsa di mango, a suo dire "l’esplosione del concetto stesso di abbraccio: tre cioccolati che vanno a simboleggiare il colore della pelle e che diventano una cosa sola attraverso la glassa a specchio". Un piatto, secondo lei, "che accetta le diversità come ricchezza e non come limite: due ingredienti principali, il cioccolato e il mango, che attraverso colori, consistenze e sapori differenti riescono a raccontare le mie due anime, quella africana e quella italiana".

 

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