Le poesie di Guido Perboli: “La vita nasce da Eros e Thanatos”
In libreria la prima opera del professore del Politecnico di Torino, edita da Leonida Edizioni
Un viaggio fatto di intuizione e passione, mente e cuore
Giunge in libreria un pregevole testo di poesia: “Eros e Thanatos” (Leonida Edizioni, prefazione di Angelica Bianco), scritto - non troppo sorprendentemente - da un ingegnere, Guido Perboli, ordinario al Politecnico di Torino presso il DIGEP - Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione, nonché membro del CIRRELT - Centre interuniversitaire de recherche sur les reseaux d'entreprise, la logistique et le transport presso l’Università di Montreal (Québec, Canada). Intervistiamo l’autore.
Prof. Perboli, docente universitario… ingegnere. Perché un libro, il primo, di poesie?
Spesso si pensa che fare scienze sia qualcosa di freddo, calcolato. Quel che avviene nella realtà è molto diverso. La matematica è fatta di intuizione e passione, che poi vengono rese immortali attraverso la conoscenza. La poesia non è diversa. Si vive di emozioni, di immagini che si presentano al cospetto della propria mente, di sentimenti che irrompono nel proprio cuore. Poi bisogna trovare il giusto equilibrio tra mente e cuore, riuscendo a mettere su carta quello che si è semplicemente intuito. Perché un libro di poesie? Perché le poesie permettono di fare un intero viaggio in poche righe punto ti costringono a condensare e non a disperdere quel che si prova. Un messaggio controcorrente in un mondo che ci spinge invece a diluire i nostri sentimenti, parcellizzare le nostre emozioni.
“Eros e Thanatos” è il titolo del libro. Perché questa scelta?
Questo primo libro, come quasi tutti i primi libri di tutti gli scrittori, ha una componente autobiografica molto forte. Il titolo richiama alcuni momenti della mia vita e le due principali forze che governano la vita di un essere vivente: l’ eros, da intendersi non solo come amore fisico, ma anche di un amore più alto, spirituale, salvifico. Il thanatos, visto sia come dolore, sia come punto di svolta, perché se c'è un dono che Dio ha fatto agli uomini, quello è la morte. La morte ci pone davanti ad un termine che non sappiamo quando arriverà. È questo che ci spinge alla vita, all'amore, al sentimento, all'eros. Ma senza eros la vita non è degna di essere vissuta. Ed ecco quindi un avvicendarsi ciclico di queste due forze. C’è una poesia alla quale sono affezionato e nella quale ho provato a riassumere tutto ciò. Si intitola “Altrove”: “Solo nel regno dell’Altrove ritrovo il mio punto fermo, / il centro di gravità del duo che mi governa: / Eros e Thanatos. / E le stelle ridono al mio passare, /stolto amante che dell’amore ignora tutto.” E secondo me la pittrice Sofia Solitro è riuscita a sintetizzare benissimo questo mio concetto nel quadro che vedete in copertina e che gentilmente ha espressamente realizzato per questa silloge.
Perché la poesia è importante?
La poesia permette di scavare nel profondo e di riflettere sulla nostra vita e sulle nostre azioni. È qualcosa di intimo, che ci permette di rientrare in contatto con noi stessi e attraverso questo contatto guardare agli altri in un altro modo. Si ha una visione diversa, altra, a volte aliena. Ma è in questo proiettarci su un piano di realtà diverso da quello usuale che riusciamo a vedere le cose sotto un nuovo punto di vista. È questa diversità che ci arricchisce, giorno dopo giorno. Consiglio a tutti di avere una piccola biblioteca di libri di poesia e permettersi il lusso di aprirne uno ogni giorno per cinque minuti, magari mentre si sta prendendo il caffè. Si potranno scoprire così mondi che ci erano preclusi fino a quel momento.
Si può parlare di indole romantica? È più femminile o maschile?
Penso che il romanticismo non sia né dell'uomo, né della donna. Appartiene all'essere umano proprio perché è capace di unire la mente e di sentimenti. Purtroppo, una certa educazione sociale, che stigmatizza nel maschio l'esternalizzazione dei propri sentimenti, ha inaridito la nostra società. È come se ci fosse un gioco dei ruoli che prevede che il maschio sia l'essere razionale, dominante, lanciato verso una vita di obiettivi lavorativi e sociali, mentre la donna è la componente emotiva, sentimentale, romantica, proiettata in un mondo che difficilmente può uscire dalla sua casa e dalla famiglia. Basti pensare al sistema economico, soprattutto mediterraneo, fortemente basato su una carriera costruita attraverso orari a volte disumani, senza correlazione tra il numero di ore ed i risultati ottenuti, facilitando così questa contrapposizione tra l'universo maschile e l'universo femminile, con maschi testosteronici che si affannano a raggiungere obiettivi di poco conto e donne lasciate al margine oppure a scimmiottare i comportamenti insulsi dei presunti maschi alfa (o “alfetti”, come mi piace chiamarli). Tutto questo porta ad un impoverimento della nostra società, così chiaro nella perdita dei valori etici. Perché è nell'unione tra la nostra componente emotiva e romantica e quella razionale che si può giungere ad uno sviluppo della nostra società e dell'individuo nella sua completezza.
Scriverà altri libri?
L'idea è quella di continuare. In primis con le poesie, ma il sogno sarebbe quello di riuscire a pubblicare, oltre ai libri scientifici che sono già in pista, una serie di racconti. Quello che poi mi porterà al futuro non lo so. Del resto, non si scrive sapendo dove si arriverà. Questo processo non è diverso da quello della ricerca, dove inizi in una direzione ma non sai dove ti porterà il viaggio. In fondo la cosa importante è il cammino, non la meta. Per fare un esempio, non credo che Murakami, da anni in odore di Nobel, quando aprì il suo jazz bar abbia mai pensato di diventare lo scrittore che è oggi. Eppure, senza quel jazz bar non avremmo capolavori come Norvegian Wood o Dance, Dance, Dance. E del resto il buttare il cuore oltre lo scoglio e raccogliere queste poesie in una silloge mi stanno anche spingendo verso altri lidi nella mia ricerca, verso l’esplorazione di nuove tecnologie, come il Metaverso, come modo per creare una nuova economia ed una nuova società.
In che senso?
Il Metaverso mi affascina per diversi motivi. In primis per la sua capacità di espressione, un mondo dove tutto è possibile e dove solo l'immaginazione può porre limiti. È inoltre un non-luogo dove perdersi nei propri pensieri e lasciarli fluire liberamente. Per dirla come sostenevano i greci, non esiste un tempo, ma ne esistono tanti. Noi viviamo nel tempo del Chronos, il tempo che si ripete e che ripete azioni e reazioni. Esiste poi il tempo del Kairos, dell'evento, del sentimento. Ma quello che noi cerchiamo è l’Aion, il tempo inteso come intero viaggio. Ebbene il Metaverso penso che ci possa permettere di ottenere una prima forma di questo viaggio. Su come proiettare il mio libro nel Metaverso ci sono tante idee. A me piacerebbe che il mio libro non diventasse semplicemente un “metaluogo” dove le persone vengano a sentire poesie. Mi piacerebbe che diventasse invece un luogo dove le persone vengono a condividere i propri sentimenti e le proprie idee, dove i diversi universi che ognuno di noi porta dentro possano riunirsi, in una sorta di improvvisazione jazz della poesia.
Dove presenterà il libro?
Sto pianificando una serie di presentazioni in Italia. Al momento sono in fase avanzata di organizzazione quelle a Roma, Torino, e, grazie al mio editore, in Calabria. Tutto questo però non sarebbe possibile senza l'aiuto di un gruppo di persone e di amici che mi hanno supportato e sopportato in tutto questo processo, tra cui, oltre al mio editore, Domenico Polito, che da subito ha creduto ed investito in questo progetto, Angelica bianco, che non solo ha scritto una bellissima prefazione, ma mi ha supportato nel processo editoriale e Sofia Solitro, la bravissima pittrice che ha creato il dipinto che potete vedere sulla copertina e che si è dedicata a questo progetto anima e corpo. E poi tutte quelle anime che hanno contribuito a creare le sensazioni e le fotografie mentali che sono scaturite in queste pagine. Le posso rivedere ogni volta che rileggo una poesia. Senza di loro non esisterebbero queste rime.
Come ha scelto il suo editore?
Diciamo che ci siamo scelti. La silloge era stata inviata a diversi editori e ce n’erano alcuni già in trattativa. Poi, quasi per caso, sono finito su una pagina di poesia dove si citava una iniziativa che si tiene a Reggio Calabria tutti gli anni, lo “Xenía Book Fair, la Fiera nazionale del libro all’aperto” (sull’accoglienza) di Reggio Calabria, che è appunto organizzata dalla Leonida Editrice. Ho approfondito, vedendo come la Leonida dia molto spazio agli scrittori esordienti, affiancandoli a quelli già affermati, ed in particolare alla poesia. Dal 2015 si è aperta al territorio transcaucasico, zona che mi ha sempre affascinato, attraverso una politica di sviluppo culturale pubblicando e divulgando opere di alto valore letterario. Ho quindi inviato anche a loro la silloge e quindi ho avuto la possibilità di conoscere Domenico Politi, il fondatore. Dopo una lunga telefonata di oltre due ore in cui abbiamo parlato di tutto tranne che delle mie poesie, ho deciso che erano lui ed i suoi collaboratori quelli giusti. E così è stato. Investire su una silloge per un editore è sempre complicato, perché è un bel rischio, ma Domenico ed i suoi lavorano con passione, oltre ad avere una enorme competenza e cultura. Mi sono affidato a loro e lo rifarei mille volte.
Nella prefazione la giornalista Angelica Bianco fa riferimento all' amore “karmico”.
Angelica Bianco, con la sensibilità che la contraddistingue, ha saputo cogliere nel segno, nella sua prefazione. Credo fermamente che il guscio materiale che noi sperimentiamo ogni giorno sia soltanto un accidente di una realtà limitata e limitante che noi percepiamo. Il mondo, la realtà, sono molto più vasti. Del resto, anche la moderna fisica quantistica ce lo fa intuire. Noi non siamo fermi, statici, ma vibriamo in un insieme di realtà che coesistono contemporaneamente e di cui sperimentiamo sono una piccola parte. Nello scrivere alcune di queste poesie ho lasciato fluire sentimenti che sentivo venire da lontano. Penso che ci sia un'altra anima dispersa nello spazio e nel tempo a cui la mia è destinata. Ma sono proprio lo spazio e il tempo che frammentano la nostra esistenza e che rendono così difficile il ritrovarsi. Prima dell'esperienza di questa silloge avevo avuto solamente degli sprazzi. Ora credo che esistano delle anime create per gioire dell’esistenza insieme. Si cercano nelle loro vite terrene. Sta poi ad ognuno di noi, quando le incontriamo, accettarle così come sono, superando le paure e le vicissitudini dell’esistenza umana. Perché, come canta Battiato: “Perché le gioie del più profondo affetto / O dei più lievi aneliti del cuore / Sono solo l'ombra della luce”.
Il titolo del suo prossimo libro?
È in preparazione una nuova silloge. Sarà molto diversa da questa, perché si tratterà di riflessioni sulla bellezza delle piccole cose che ci circondano. Esiste un titolo ancora provvisorio “Sulle piccole cose del mondo”. Per il resto mi faccio trascinare dal flusso e vedo dove mi porterà. Per dirla con Queneau, “Non è questione di coraggio. È che preferisco dormire. - E sognare”.