Alberto Matano show per i suoi 50 anni. Monumento al trash

Tutta la vipperia riunita in un mega party sontuoso e sfrenato per festeggiare il "dolcissimo" conduttore

Di Giuseppe Vatinno
Alberto Matano (Lapresse)
Costume

Alberto Matano festeggia i suoi 50 anni con un mega party tra vip

Alberto Matano ha compiuto 50 anni che ha festeggiato con il compagno al Jackie O’ di Roma con un mega party sontuoso e sfrenato.

Presente tutta la vipperia e il solito carro di nani leopardati capriolanti e ballerine. Tra i presenti il solito Claudio Santamaria con Francesca Barra. Lontani i tempi di Jeeg Robot e delle borgate romane pasoliniane, ormai Santamaria è considerato un vippone con i controfiocchi. Immancabile la solita Mara Venier. Stucchevole la foto di gruppo finale tutti abbracciati, con i vipponi ingrifati per mangiarsi il maggior numero di tartine nell’unità di tempo.

Questi sono gli stessi che ammorbano gli italiani con i racconti della povertà (altrui) e della guerra (altrui) e della crisi energetica (altrui). Facile fare i consolatori con le disgrazie degli altri. Dicevamo del clima smodato e sfarzoso degno più di una festa di un satrapo orientale che di un giornalista professionista della Rai. Un segnale non certo bello in un periodo in cui le famiglie sono tartassate da bollette stellari e la crisi mondiale non promette nulla di buono.

Oggi sui giornaloni e sui giornalini sono usciti subito articoli genuflessi e leccosi per irrorare ulteriormente il racconto dei vipponi in show. Appena qualche ora prima il conduttore de La vita in diretta, contagiato da melassoso buonismo, aveva provveduto a tessere le lodi e le magnifiche sorti e progressive dell’archetipo cosmico del buonismo zuccheroso e cioè Fabio Fazio che insieme all’acida Luciana Littizzetto sta purtroppo preparandosi, come da decenni, a tornare in video dopo regolare vacanzone prolungato. Ricominceranno naturalmente a parlare di poveri e situazioni strappalacrime. Si commuoveranno mentre il potente di turno, magari l’amico Obama, li degna della sua fiducia e poi andranno lesti e ratti a ritirare l’assegnone milionario.

Ma torniamo al catanzarese che ad un tratto si è fatto serio e in una giornata in cui c’era la notizia della quasi fine della pandemia da parte dell’OMS e della visita di Ursula von der Leyen in Ucraina ha fatto occhioni e ha proclamato al mondo: che un collega “Ha rilevato una storica fabbrica di cioccolato che rischiava il fallimento”.

Accidenti. In piena crisi mondiale con il rischio di un black out dell’energia, una guerra in corso e una pandemia ancora non sopita tu mi sprechi i bit dell’etere per ‘sta cosa? Il pubblico ha un sussulto. Chi sarà il munifico epigono di Willy Wonka? Ma si tratta sempre di lui, di Fazio che dalla “cioccolateria” della sua infanzia non si reggeva più per propagare le temibili “onde b”, cioè di “buonismo”. Ed infatti ha detto: “Alberto Matano  è già dolcissimo”. L’orribile termine radical – chic di “cioccolateria”, utilizzato purtroppo sempre di più negli atticoni dei centri storici del popolo ztl, meriterebbe uno schiaffone alla Nanni Moretti che in “Palombella rossa” lo dava alla giornalista accompagnandolo con “ma come parli?”.

Ma Matano non contento rispondeva pure “grazie per il dolcissimo”. E così i due hanno amorevolmente flirtato scambiandosi bacini e zuccheretti, con gli occhioni umidi di commozione per i soldi che si stanno per intascare. Meno male che qualcuno si è accorto in Parlamento che era stato tolto il tetto degli stipendi pubblici e ha rimediato. Se no chi li reggeva a questi due.

Conclusione amara dopo tanto zucchero: ormai il conduttore Rai è incontenibile, colpito da eccessi di “Egotite” acuta che lo portano a strabordare, per il principio di Pascal, in ogni spazio mediatico disponibile. La sua collega di trasmissione Lorella Cuccarini l’aveva definito “un maschilista dall’ego smisurato”.

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