Politica
Pd: "Meloni archivia le promesse. Discriminati i lavoratori dipendenti"
Manovra, intervista al responsabile economico del Pd Antonio Misiani
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"L’inflazione ad ottobre è arrivata al 12 per cento e le retribuzioni contrattuali stanno crescendo dell’1 per cento. Vuol dire che il potere d’acquisto dei salari e degli stipendi sta diminuendo dell’11 per cento. È in atto un’enorme redistribuzione a danno del lavoro dipendente. In questo quadro difficile, il Meloni governo si sta occupando di altro: rave, tetto all’uso del contante, medici no vax, ergastolo ostativo e dei migranti chiamati “carico residuale”. Basta con la propaganda. Il governo si occupi dei problemi veri degli italiani". Il senatore Antonio Misiani, responsabile economico del Partito Democratico, intervistato da Affaritaliani.it, attacca a 360 gradi la politica economica del governo Meloni.
Parlando della Nadef, Misiani spiega: "Non ricordo Note di aggiornamento così vaghe, reticenti, generiche. I 9 miliardi per il 2022 contro il caro bollette sono necessari, ma 21 miliardi per l'anno prossimo anno sono un terzo di quello che è stato stanziato dal governo Draghi nel 2022. Bastano per 3-4 mesi al massimo. Il governo non sta predisponendo una Legge di Bilancio, ma un decreto aiuti-5 La Nadef ha archiviato le promesse elettorali e non dice nulla su gran parte dei nodi fondamentali. Nulla sul lavoro, il salario minimo, il cuneo fiscale, la politica dei redditi per difendere il potere d’acquisto dei redditi fissi. Nulla sulla sanità, la scuola, la ricerca. Nulla sulla lotta all’evasione e sul recupero degli extraprofitti, che permetterebbero di allargare gli spazi di manovra del governo".
Secondo Misiani, la Nadef del governo Meloni "è più restrittiva di quella prevista ad aprile dal governo Draghi (saldo primario a -0,4 invece di -0,8 del DEF). Un conto è la prudenza, un altro conto è tirare a campare in attesa che passi la nottata. All’Italia serve coraggio. Abbiamo bisogno di una riforma fiscale nel segno della progressività, cheriduca strutturalmente il cuneo fiscale su chi lavora e su chi fa impresa, riducendo i sussidi ambientalmente dannosi e l’evasione fiscale. Dobbiamo investire nella scuola e nella sanità pubbliche, perché è innanzitutto questa la strada per ridurre le disuguaglianze. Abbiamo bisogno di una riforma previdenziale che si occupi dei giovani, deiprecari. È tempo di introdurre il salario minimo regolando la rappresentanza ed estendendo a tutti i contratti più rappresentativi. Dobbiamo spingere al massimo gli investimenti".
"In materia fiscale, la Nadef del governo Meloni archivia nel dimenticatoio le promesse elettorali della destra. Rimane solo la volontà di estendere fino a 85 mila euro la flat tax per le partite IVA. È una scelta che favorisce una piccola minoranza di autonomi e professionisti con redditi medio-alti aggravando in modo inaccettabile la discriminazione che penalizza i lavoratori dipendenti. Le priorità sono decisamente altre: aiutare le famiglie in difficoltà con le bollette, a partire da quelle più vulnerabili, e ridurre il carico fiscale sui lavoratori dipendenti e autonomi a reddito medio e basso", conclude Misiani.