Cancel culture: cambiano pure la favola di Biancaneve: ora diventa "Neraneve"

Il film di animazione del 1939, adattamento della favola dei fratelli Grimm, è considerato sessista, classista e chi più ne ha più ne metta

Di Giuseppe Vatinno
Biancaneve nera
Costume

Biancaneve diventa Neraneve, il test di “scuritudine” per poter recitare

Un allarme arriva dagli USA: stanno mettendo le mani anche sulla favola di Biancaneve e i sette nani. La notizia arriva dal Daily Mail Us ed è già deflagrata sui social provocando aspri dibattiti mondiali. In questi giorni stanno completandosi le ultime riprese e i dettagli del film su Biancaneve, atteso per il prossimo anno.

Il cambiamento che la Disney sta apportando riguarda il solito “politically correct”. Il film di animazione del 1939 -che è un adattamento della favola dei fratelli Grimm- è ora considerato sessista, classista e chi più ne ha più ne metta.

Intanto i nani diventano “creature magiche” e sono di etnie diverse. Questo in nome e per conto di un sopposto body shaming contro di loro e di discriminazione razziale nei confronti di altre etnie. Insomma, i nani bianchi non vanno più bene. Si nasconde la bassa altezza con un maquillage magico e il colore della pelle viene adattato e generalizzato, sbiancandolo.

Chi sa se i maori faranno lo stesso con le loro favole e i loro miti fondatori, ma ne dubitiamo. E poi c’è il piatto forte: lo stupidismo degli sceneggiatori arriva a stravolgere il famosissimo bacio finale tra il principe azzurro e Biancaneve, che da ora –immaginiamo- si chiamerà “Neraneve”.

Infatti il bacio non sarebbe “consensuale” e le svalvolate di #metoo sono scese sul piede di guerra: il principe non avrebbe chiesto il consenso per il bacio ma –aggiungiamo noi- sarebbe stato impossibile visto che la donzella dormiva della grossa, causa avvelenamento da mela.

Del resto sono già diversi anni che la peste dell’ideologia woke Usa aveva scatenato una battaglia contro il Principe azzurro dicendo appunto che il bacio era stato “rubato” e quindi la vecchia versione del cartone animato sarebbe “diseducativa” proponendo uno stereotipo di un modello femminile incapace di “determinare il proprio destino”.

Il quotidiano americano ha provato a dare un nuovo titolo alla fiaba: “Biancaneve e i sette compagni”, anche se da noi ricorda roba togliettiana e potrebbe eccitare i nostrani, Schlein in testa. Naturalmente in sede di remake ci sono state forti discussioni sul fatto di utilizzare nani maschi e bianchi e si è poi optato per le già dette creature magiche multirazziali.

Pare invece che non ci siano state ancora proteste sulle supposte doti virili dei sette, escluso il piccolo che anche nella versione originale non aveva ancora raggiunto la pubertà. Un utente sui social ha perfettamente esplicato lo spirito delle proteste: “Anche #Biancaneve è finita nel tritacarne del politicamente corretto, stanno diroccando la mia infanzia. Maledetti”. Sono giù uscite alcune immagini della nuova versione “inclusive”: ci sarà la nota attrice colombiana Rachel Zegler che ha dovuto passare un severo test di “scuritudine” per avere la parte.

Peccato che la protagonista della favola si chiami appunto “Biancaneve” e sia caratterizzata dalla pelle molto bianca. Ma tant’è. C’è anche da dire che la Sony ha fatto interpretare il ruolo di della fata madrina di Cenerentola da un nero gay, Billy Porter, il che ha provocato nuove polemiche.

Ovviamente dietro a tutto c’è sempre l’interesse commerciale e la stupida volontà di stupire sempre e ad ogni costo. Ma questa volta la Disney e Sony rischiano un floppone di dimensioni catastrofiche e gli starebbe proprio bene. Chi sa che ne penserebbe il povero Walt Disney -che era un conservatore- della deriva dei suoi capolavori di animazione.

 

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