Accorsi troppo caro per il teatro: addio forzato alla "Pergola" di Firenze

Il Teatro fiorentino naviga in cattive acque: le perdite registrate nel 2023 ammontano a 1,5 mln di euro e il debito accumulato con le banche è pari a 5 mln

di redazione costume
Stefano Accorsi
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Stefano Accorsi "accompagnato alla porta" del Teatro della Pergola: è troppo "caro"

Stefano Accorsi verso l'addio (forzato) al Teatro della Pergola di Firenze. L'esperienza come direttore artistico ha avuto vita breve; un solo mandato (2021-23), per l'esattezza. Del resto, il direttore della Fondazione Teatro della Toscana, Marco Giorgetti, è stato "costretto" dalle finanze a depennare un eventuale rinnovo: «Stiamo rivedendo la consulenza di Accorsi, che finisce il 31 dicembre. È chiaro che l’importo delle consulenze artistiche sarà molto ridotto». Attualmente il contratto dell’attore prevede un compenso di 100mila euro lordi l’anno. Fiore all’occhiello della Fondazione, che politicamente dipende dall’amministrazione comunale di Dario Nardella (Pd) - riporta Dagospia - "Accorsi sarà sacrificato sull’altare del bilancio". 

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Le perdite registrate nel 2023 ammontano a 1,5 milioni di euro. E il debito accumulato con le banche è pari a 5 milioni di euro. Debiti, ha spiegato Giorgetti a Palazzo Vecchio, causati dai «contributi che non arrivano». Vale la pena ricordare che, tra gli altri, la Fondazione nel 2022 ha ricevuto 1,850 milioni dal Comune; 600mila euro dalla città metropolitana di Firenze; 2 milioni di euro dalla Regione; quasi 1,9 milioni dal ministero della Cultura. In totale i fondi pubblici raggiungono la cifra di 7milioni e 500mila euro.

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Fino alla fine dell’anno l'attività del teatro proseguirà grazie un fondo di garanzia di 2,5 milioni in grado di coprire il disavanzo, ma il prossimo anno è un’incognita, ha ammesso Giorgetti: «Sto lavorando a un piano di rientro, economie e minori attività, che presenterò al Cda il 7 novembre». E «minori attività» servono tagli da 2,7 milioni di euro - significa anche la rinuncia alle star. A rischio, però, potrebbe esserci anche Favino, la cui scuola di doppiaggio -  aggiunge Giorgetti- «costa 600mila euro l’anno, più 200mila euro di costi di struttura e affitto».

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