Terra d’Arneo, nel Leccese un esempio di economia solidale

Il GAL Terra d’Arneo promuove iniziative di valorizzazione delle piccole aziende e del sapere tradizionale, anche attraverso nuove forme di turismo sostenibile

di Franca D.Scotti
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Turismo sostenibile, la Puglia torna strategica grazie alle imprese di mare e di terra

Imprese di terra e imprese di mare, che si completano a vicenda. Iniziative lungimiranti che valorizzano le produzioni locali, creano lavoro e offrono opportunità ai giovani. È quanto accade in Puglia, in provincia di Lecce, per mezzo del GAL Terra d’Arneo. Il GAL (Gruppo Azione Locale), particolarmente attivo nel supportare piccole aziende e produttori locali, ha destinato parte delle risorse ai pescatori. Di fronte all’invecchiamento della popolazione dedita a questa attività, si è deciso di favorire la pescaturismo. Nel periodo estivo, da giugno a settembre, anche in concomitanza con il fermo pesca, si facilitano i pescatori nell’utilizzare i pescherecci per escursioni in mare.

In mezza giornata i turisti, di solito una decina per peschereccio, vanno al largo, imparano a pescare con la lenza, fanno il bagno in calette da sogno, perlopiù irraggiungibili via terra, e fanno un pranzetto in barca col pescato del giorno freschissimo, che possono anche portare via a casa. Si impara così ad apprezzare i pesci poveri, ma gustosissimi, dei nostri mari, si scoprono le regole della pesca all’insegna del rispetto del mare e del ciclo biologico, si contribuisce al reddito dei pescatori, che non a caso vedono il ritorno a questa attività delle giovani generazioni e quindi anche la conservazione di sapere e tradizioni.

Così la pesca, che pone la Puglia al secondo posto in Italia per marinerie, lunghezza delle coste e prodotto vendibile, è tornata strategica. Molti i suoi attrattori per il turismo. La pescaturismo o ittiturismo a Porto Cesareo si svolge in una bellissima Area Marina protetta, tra le più vaste d’Italia, un paradiso di mare e di spiagge costellate da torri di avvistamento. Basti pensare al fascino selvaggio di Punta Prosciutto, famosa a livello mondiale. Senza dimenticare che qui a breve è prevista la costituzione di un Parco Archeologico subacqueo, per valorizzare il turismo che porta a scoprire, tra praterie di Posidonia, magnifici reperti, colonne, anfore, statue, relitti di naufragi, posizionati nei fondali marini, a pochi metri dalla superficie dell’acqua.

Il GAL Terra d’Arneo, non a caso definita “terra del riscatto”, ha voluto valorizzare il lavoro dei pescatori anche con un’altra iniziativa di economia solidale. Soprattutto con l’arrivo della pandemia, e l’aumento di persone indigenti, il GAL ha promosso la vendita diretta del pescato alla Caritas della Diocesi di Nardò Gallipoli, in modo da fornire pesce fresco locale alla mensa gestita dalla Caritas e nel contempo garantire il giusto reddito ai pescatori.

Il tutto anche con la collaborazione della filiera etica del Progetto Opera Seme, mirato a valorizzare le tipicità nella viticoltura, olivicoltura e ortofrutta del territorio, e a favorire forme di turismo lento negli antichi percorsi rurali. Una circolarità virtuosa che colpisce, sia per la vitalità, sia per la lungimiranza. Non solo il mare è al centro delle attività promozionali del GAL Terra d’Arneo, ma anche la terra, perché l’identità e le attività dei borghi marinari vanno di pari passo con quelle dei borghi dell’entroterra. Basti pensare a un esempio tra tutti: la creazione del Museo del Vino a Salice Salentino presso l’azienda Leone De Castris.

Un’azienda che vanta quattro secoli di storia, dalla fondazione ad opera degli spagnoli Conti di Lemos alle generazioni del Novecento, che fusero nel doppio nome le enormi proprietà dei Leone e dei De Castris. Con un matrimonio nel 1925 cominciarono le fortune nuove che hanno portato l’azienda all’avanguardia nel settore vitivinicolo pugliese e italiano, soprattutto nella produzione di vini da vitigni autoctoni, negroamaro e primitivo.

Basti ricordare almeno tre grandi innovazioni: il primo imbottigliamento, rispetto alla vendita tradizionale del vino pugliese sfuso fino ai primi del Novecento, il lancio del vino rosato, che ha poi avviato la tendenza fortissima alla produzione e al consumo di rosati in Italia, la creazione nel 1971 della DOC Salice Salentino. Una bella storia aziendale fatta di uomini tenaci e visionari. La ricchezza di questa storia, fatta di documenti, riconoscimenti, bolle ed etichette, è raccolta appunto nel Museo del Vino di Salice Salentino, che è una vera miniera per appassionati wine lovers.

Una curiosità su tutte: il famoso vino rosato Five Roses, primo rosato imbottigliato in Italia, che ha fatto tra gli altri la fortuna dell’azienda, nacque nel 1943 in piena 2ª guerra mondiale, fu imbottigliato in bottiglie di birra recuperate, e fu servito alla mensa dell’esercito americano. Proprio un generale americano lo apprezzò, gli diede il nome in inglese e lo introdusse alla grande, facendone la fortuna, nel mercato americano anni ’50.

 

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