Australia, l'uomo che si toglie il preservativo rischia l'ergastolo

Gli uomini che si sfilano il preservativo durante un rapporto potrebbero rischiare fino all’ergastolo in Australia

di Antonio Amorosi
Cronache

Lo "Stealthing" potrebbe comportare l'ergastolo se verrà approvato dallo Stato meridionale australiano. Ma l’onda di una norma del genere si sta diffondendo

Se gli uomini tolgono il preservativo durante il rapporto sessuale e il comportamento non è consensuale rischiano fino all'ergastolo. Accade nello Stato dell’Australia meridionale, il territorio che ha come capitale Adelaide, dove questo fenomeno chiamato “stealthing” è stato criminalizzato con l’approvata del Consiglio legislativo, la Camera Alta dello Stato. Ora la norma deve passare alla Camera Bassa dell’Assemblea per essere approvata. Negli ultimi 13 mesi altri Stati australiani hanno approvato provvedimenti simili che hanno tutti criminalizzato l'atto, come Tasmania, NSW, ACT e Victoria. E l’onda è molto probabile si allarghi agli altri Stati.

Un disegno di legge simile è stato presentato l'anno scorso dall'ex governo liberale in carica, ma non è passato alla Camera Bassa anche perché la presentazione del provvedimento è più o meno coincisa con le elezioni statali.

La pratica viene equiparata a violenza sessuale. Ma immaginando che nel momento del rapporto sessuale siano presenti solo l’uomo e la donna, o due persone dello stesso sesso che hanno un rapporto (se non ci sono riprese), a meno che non vi siano atti di violenza esplicita che supportino il quadro tutto da dimostrare, resterà nelle discrezionalità dei giudici credere o meno alla parola del denunciante. Quale strumentalità e manipolabilità ha una norma di questa natura? E quanto pericolosa può diventare? Come si fa a dimostrare l’aggressione? Per non parlare degli effetti pubblici che ricadranno sulla persona accusata. Ogni volta che si avrà un rapporto sessuale bisognerà stare attenti a una possibile accusa del genere?

Non a caso sulla stampa australiana è stata riportata la voce del procuratore generale dell'Australia Meridionale Kyam Maher che ha descritto la norma come "insidiosa".

La condizione fa anche venire in mente un caso eclatante asceso alle cronache recenti: le accuse in Svezia nei confronti del giornalista e attivista di Wikileaks Julian Assange. L’uomo veniva inseguito da un mandato di cattura internazionale per essersi tolto il preservativo o di non averlo usato durante dei rapporti sessuali: per questo motivo era accusato di violenza sessuale. In tanti non credettero alla ricostruzione visto che gli USA avevano fatto di tutto per arrestarlo, essendo accusato di spionaggio dopo aver pubblicato decine di migliaia di documenti confidenziali sui crimini commessi dagli apparati di sicurezza USA. Assange tra l’altro è australiano.

Nel 2018, la Melbourne Sexual Health Clinic ha pubblicato uno studio secondo cui una donna su tre e un uomo su cinque hanno sperimentato un’esperienza di “stealthing”.

In un suo articolo pubblicato su una testata giornalistica, "Rape adiacente: Imagining Legal Responses to Nonconsensual Condom Removal”, l'avvocato per i diritti civili americana, Alexandra Brodsky, aveva spiegare l'ovvia correlazione tra togliersi il preservativo senza il consenso del partner durante l’atto e l'aggressione sessuale, dando il via a una riflessione e sensibilizzazione sull’argomento.

"La pratica mette i partner a rischio di gravidanze indesiderate e infezioni sessualmente trasmissibili (IST) e, spiegano i sopravvissuti, sembra una violazione della fiducia e una negazione dell'autonomia, non dissimile dallo stupro", ha scritto Brodsky.

La questione effettivamente esiste e il rischio di una pena detentiva così pesante potrebbe presentarsi solo nei casi di trasmissione di infezioni che mettano davvero a rischio la vita del partner (tutto da dimostrare e non si sa bene come) ma sulla basilare dimostrabilità del reato la questione resta del tutto aperta, spalancando interrogativi di ogni genere.

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