Pasta Barilla "a base di insetti". Farina di tarme? Scoppia il caso

Campagna di sensibilizzazione dei consumatori

Cronache

Il video agli italiani non è piaciuto


Barilla ha recentemente intrapreso una campagna di sensibilizzazione dei consumatori. Attraverso dei video realizzati da comici, attori e influencer, la Fondazione Barilla si propone di “educare” gli italiani ad un rapporto con il cibo più sostenibile.

“E se ti dicessi che per più persone al mondo è più normale mangiare insetti che i canditi nel panettone? Che poi del resto si sa che non piacciono a nessuno. I canditi dico, non gli insetti – sono le parole d’introduzione della comica Laura Formenti nel video della Fondazione Barilla – Forse non lo sapete ma mangiare insetti è normale in tantissimi Paesi, come Asia, Africa, America Latina, perché non dovrebbero arrivare anche da noi?”

Il video agli italiani non è piaciuto. Dopo la pubblicazione, insieme ad un altro contributo sempre sugli insetti, la Barilla è stata oggetto di un’aspra polemica. Il mondo dei social si è indignato e numerose preoccupanti teorie sono state diffuse.

Secondo molti - stando almeno a quanto scrive il sito www.byoblu.com - l’obiettivo della Barilla di “normalizzare” l’uso di insetti in cucina nascondeva fini piuttosto concreti. L’ipotesi era quella di un prossimo lancio di pasta fatta con farine di tarme, che come sappiamo è il primo insetto ad essere stato approvato dall’Unione Europea come alimento commercializzabile.

Per quanto si trattasse di una mera voce di corridoio, moltissimi giornali si sono occupati della questione, mentre fra i consumatori si è iniziato a parlare di campagne di boicottaggio.

Di fronte a tale mobilitazione la Barilla ha deciso di oscurare i video sugli insetti, rendendoli privati. L’azione non è però stata apprezzata ed anzi vista come una conferma alle preoccupazioni dei consumatori.

La smentita di Barilla - Non potendo più ignorare la mobilitazione e con il concreto pericolo del calo di vendite, Barilla è stata costretta ad una smentita ufficiale. Un’opinione pubblica indignata è però dura da fermare ed ancora oggi sembra aleggiare la preoccupazione che nella pasta si infili qualche insetto.

Per tranquillizzare i consumatori sono intervenuti addirittura una professoressa di Diritto agrario dell’Università di Pisa e lo stesso ministro della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida.

L’esperta Eleonora Sirsi, al Sole24ore ha dichiarato:

“Sulla pasta si è pronunciata ben due volte la Corte Costituzionale, nel 1980 e nel 1997: l’utilizzo del termine è riservato a chi per produrla utilizza farina di semola di grano duro e acqua”.

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