Bibite energizzanti, un decalogo europeo per stimolarne il consumo consapevole

Lo studio spagnolo ESTUDES sottolinea limiti e rischi del consumo sui giovani

di Daniele Rosa
Cronache

Bibite energizzanti, i potenziali rischi emersi nello studio ESTUDES

Pressione sugli esami, primo appuntamento con la ragazza del cuore, un colloquio di lavoro, tutte occasioni dove è necessario essere svegli e pronti, ed allora come risolvere il problema? La risposta dei giovani è semplice: una bibita energizzante perchè la promessa della bevanda è chiara, quella di tenerti con gli occhi aperti. Con veramente pochi soldi si crede possa aiutare nelle prestazioni sportive, in palestra e chiaramente anche nelle nottate in discoteca in combinazione con alcool.

Alcuni studi, il più recente lo spagnolo Estudes, hanno messo in guardia sui potenziali rischi a cui sono esposti ragazze, ragazzi, giovani ed adolescenti che sono i più esposti a strategie di marketing e pubblicità martellanti. L’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) rilevava con preoccupazione come  il 16% dei bambini (3/10 anni) consumasse regolarmente bevande energetiche. Praticamente se ne bevesse due litri al mese.

Bibite energizzanti, la studio del consumo in Spagna

In Spagna, in particolare l’analisi di ESTUDES su giovani tra i 14 e 18 anni ha confermato come il 45% del campione intervistato ha detto di aver bevuto una bibita energizzante nell’ultimo mese. Anche in altri paesi il consumo è maggiore tra i ragazzi(51%) che fra  le ragazze (39%). Ed il consumo maggiore nelle aree di degrado sociale.

Un altro aspetto che Estudes ha fatto emergere è legato alla salute. Queste bevande hanno un alto contenuto di caffeina e zucchero e altri stimolanti. Il potere nutrizionale è praticamente pari a zero. Lo studio conferma che una lattina da 250 millilitri di un brand leader contiene 80 milligrammi di caffeina. Secondo l’EFSA la quantità massima di caffeina sarebbe di 3 milligrammi per chilogrammo di peso per persona.

150 milligrammi per un giovane sui 50 chili. Ogni lattina da 500 millilitri di una tra le bibite più conosciute contiene 160 milligrammi e oltre. Rispetto agli zuccheri, le bevande energetiche forniscono solitamente tra 27,5 e 60 grammi per 250 millilitri e 500 millilitri, rispettivamente. Praticamente l’equivalente di 11-12 cucchiaini di zucchero, o circa 220-240 chilocalorie, per ogni contenitore da 500 millilitri. E’ pur vero che già molti produttori hanno cominciato a produrre bevande a “zero zuccheri” sostituiti con dolcificanti.

Bibite energizzanti, dagli studi gli effetti negativi sui rischi sulla salute

Chi dichiara di bere queste bevande ottiene, in media, voti peggiori, ripete più corsi e perde più lezioni. La maggior parte degli studi conclude è che il consumo di queste bevande (in grandi quantità o mescolate con alcol) ha effetti negativi sulla salute fisica e mentale. E’ comune combinare il consumo di queste bevande con l'alcol. Si evita la sonnolenza provocata dal consumo alcolico ma si rischiano i danni dell’eccessivo consumo dello stesso. Dallo studio si è visto che in Spagna chi eccede in queste bevande ottiene, in media, voti peggiori, ripete più corsi o perde di più le lezioni, rispetto a chi non le consuma. Ma cosa chiede la comunità scientifica per evitare questi rischi?

Una serie di norme tra cui: una regolamentazione su queste bevande che limiti, ad esempio, il contenuto massimo di caffeina, un maggiore controllo della pubblicità ai bambini e adolescenti o il divieto di vendita ai minori di 16 anni. Da queste pressioni è emerso un decalogo di massimo realizzato anche con il contributo delle stesse industrie delle bevande energetiche. Si mette in guardia sui rischi per la salute, si sconsiglia il consumo agli adolescenti, si rileva, tra l'altro, che sono inutili per reidratarsi nell’attività sportiva e si sollecita i produttori a mettere sempre nell’etichetta quanta caffeina ci sia. Ovviamente la bibita energizzante è sconsigliata ai bambini e alle mamme in gravidanza o in allattamento.

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