Bimba morta per una diagnosi errata. “Ha un altro figlio, va risarcita meno"

L'assurda richiesta dell'ospedale Sant'Orsola di ridurre il risarcimento alla madre della piccola, poiché ha avuto un altro figlio

Di Redazione Cronache
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Bologna, bimba morta per diagnosi sbagliata. La richiesta dell'ospedale: "Date alla madre un risarcimento minore, ha un altro figlio"

Una perdita inimmaginabile, quella subita da Barbara Speranza, che ha visto sua figlia di quattro anni e mezzo morire tra le sue braccia nel reparto di osservazione breve pediatrica del policlinico Sant’Orsola di Bologna la notte tra il 20 e il 21 ottobre 2020.

La piccola, riporta il Corriere della Sera, vomitava e accusava forti mal di pancia già dal giorno prima, ma dopo un primo accesso in pronto soccorso il 19 ottobre, fu rimandata a casa con una diagnosi di gastroenterite. Il giorno dopo però le sue condizioni peggiorarono ancora e la mamma la riportò in pronto soccorso pediatrico ma la diagnosi non cambiò, fu tenuta in osservazione fino alla notte quando tra dolori fortissimi la piccola morì senza che nessuno tra le due pediatre, un chirurgo e un radiologo che l’avevano visitata si fosse accorto che invece aveva un’occlusione intestinale. Un problema che avrebbe potuto essere risolto con un’operazione chirurgica. Tre medici sono stati condannati per omicidio colposo in primo grado (con rito abbreviato) a dicembre 2022, perché, hanno stabilito i giudici, sottovalutarono le condizioni cliniche e non valutarono correttamente né i sintomi né la storia clinica della bambina.

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Ma a far scalpore, in questi giorni, è il procedimento civile per il risarcimento del danno ai familiari: i legali del policlinico, infatti, hanno presentato una memoria al giudice in cui, tra le altre cose, si chiede di contenere il risarcimento alla madre valutando la sue capacità reattive in quanto a un anno dalla tragedia ha intrapreso una nuova gravidanza.

"Dicono che io starei bene perché ho avuto un altro figlio, quindi il mio dolore e il mio risarcimento deve essere contenuto" ha dichiarato Barbara Speranza, incredula e amareggiata. "Io non ho più una vita, non ho più entusiasmo per nulla, per fortuna ho ancora un lavoro, ma ho fatto riunioni in lacrime, e ogni nuovo giorno che devo affrontare è un giorno in più senza la mia bambina. Avere un altro figlio è stata una gioia immensa ma segnata dal dolore, perché il lutto non passa, la mia vita è comunque distrutta e non dovrei neanche giustificarmi, ma le argomentazioni portate dal Sant’Orsola mi hanno fatta sentire come se dovessi giustificarmi per la nascita di mio figlio".

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