Bimba uccisa a Catania, 4 coltellate al collo dalla madre e la fuga sull'Etna
La piccola Elena seppellita ai piedi del vulcano. Il corpo frantumato in 5 parti e messo in sacchetti della spazzatura
Bimba uccisa a Catania, la confessione al nonno e poi il crollo
Dramma senza fine nel Catanese. La piccola Elena di 5 anni è stata uccisa dalla madre. Per una notte intera il suo corpo è rimasto affidato all'abbraccio dell'Etna: è lì, in un campo incolto di Mascalucia alle pendici del vulcano che sputa fuoco e vomita lava da due anni, che Martina Patti aveva tentato di scavare tra le ginestre una fossa, però troppo piccola per contenere il corpo, infilato in una matrioska di sacchi neri, la propria figlia senza vita. La fandonia del sequestro da parte di "uomini incappucciati" è stata smontata al mattino, in un'operazione di demistificazione preceduta da una fila di auto dei carabinieri che poco prima delle 8 si erano dirette da Catania verso Mascalucia, attraversando paesini costruiti sulla lava e con la lava. Qualche posto di blocco qui e lì, forse per ingannare la donna e soddisfarla nella sua tesi del sequestro.
Poi, verso le 10, è arrivata la svolta: i carabinieri decidono la perquisizione nella casa di via Euclide 55, vanno lì con la donna e con il padre di lei. Martina cede, comincia il crollo: indica al padre dove si trova il corpo e il padre, sbiancando in volto, riferisce la cosa ai militari. Elena, un paio di pantaloncini gialli corti e una maglietta bianca prima di morire per volontà di chi più di tutti avrebbe dovuto proteggerla, era lì: in un'area che costeggia via Turati, lungo una strada che corre su verso il vulcano, a due-trecento metri da via Euclide 55. Non è ancora chiaro se la bambina sia stata uccisa nel campo o in casa, dove ancora devono essere fatti i rilievi scientifici: due, tre, quattro coltellate al collo, alla parte alta della schiena, dietro l'orecchio.