Bologna: la disabile fa riparare la carrozzina, ma la Ausl le nega il rimborso

Alla faccia dell’inclusività: la storia della disabile di Bologna. Anche il Difensore civico dell’Emilia Romagna alza le mani. Facci (Lega): “Chiedo ispezione”

di Antonio Amorosi
Cronache

Negato il piccolo rimborso alla disabile per riparare la sedia a rotelle fornita dall’Ausl. La donna ad Affari: “E’ assurdo”. Facci: “L'Azienda sanitaria che spende a destra e a manca, ma che nega un rimborso ad una persona disabile...”

 

C’è una terra che più di altre nel mondo è vicina agli ultimi, ai diseredati, ai poveri e anche ai lavoratori: l’Emilia Romagna. Come virtuoso modello socialdemocratico diffuso bada al rispetto dei diritti, all’inclusione delle fasce deboli e alle disuguaglianze, a fare in modo che queste ultime si riducano.

Ma a una giovane disabile, in quel momento in Spagna in ferie, gli si rompe la carrozzina personalizzata dell’Ausl di Casalecchio di Reno. Costo della riparazione 36 euro. Avvisa l’Ausl e se la fa riparare in urgenza, senza carrozzina non può muoversi.


 

La ragazza è sulla sedia a rotelle praticamente da sempre ma ha uno spirito attivo, lavora come rappresentate di un marchio di prodotti di bellezza. Così paga, torna a casa e chiede alla Ausl il rimborso della riparazione, presentando la documentazione comprovante la spesa.

L'Ausl di Bologna però nega il rimborso, obietta che la spesa sostenuta non era stata preceduta da un preventivo. Ma come poteva essere preceduta dal preventivo se è stata fatta in urgenza? Oppure la donna avrebbe dovuto fermarsi lì dov’era accaduto l’incidente, far fare un preventivo, valutarne la congruità, inviarlo all’Ausl di Bologna e poi aspettare una risposta? Per 36 euro giustificati? Quindi doveva restare paralizzata in attesa della risposta dell’ente pubblico, visto che senza carrozzina non si muove?

“La questione è simbolica, sono solo 36 euro, ma fossero stati 3000 euro chi avrebbe dovuto pagare?”, spiega la donna ad Affaritaliani. Lei: “Siamo all’assurdità di una cosa senza senso. La carrozzina è comunque dell’Ausl e non ha senso quanto mi chiedono. Io sono sempre in giro per lavoro. Se mi capita in un frangente di quel tipo che faccio? Mi paralizzo per tutto il tempo utile ad aspetto una risposta?”

Di tutto punto la ragazza si rivolge al Difensore civico regionale, organo autonomo e indipendente istituito dalla Regione Emilia-Romagna che si espone sulle controversie tra cittadini e pubblica amministrazione. Il Difensore civico, scrive che dopo “diversi solleciti inviati dal proprio ufficio” all’Ausl ha dovuto chiudere il procedimento, “in quanto da parte della Ausl di Bologna non vi è stato alcun riscontro”. Il Difensore civico non ha potere sanzionatorio ma solo di mediazione tra i cittadini e gli enti pubblici. Se l’ente pubblico non reagisce Il Difensore può fare ben poco, deve abdicare al suo ruolo.

Porta la vicenda in consiglio Regionale l’avvocato e consigliere della Lega Michele Facci che chiede all’ente un atto ispettivo e di risolvere la controversia. Descrive così la storia ad Affaritaliani: "Una vicenda surreale: l'Azienda sanitaria che spende a destra e a manca, ma che nega un rimborso ad una persona disabile; con l'aggravante di sottrarsi pure al confronto con il difensore civico regionale. L'arroganza della Pubblica amministrazione".

E ancora: “Mi chiedo: ma che fine hanno fatto i proclami della Regione in tema di tutela delle fasce più deboli? Eppure ci sono norme e programmi della Regione che a iosa dispongono tanta attenzione alle fasce più deboli. Questa incredibile storia di burocrazia è a danno di una persona che dovrebbe essere invece al centro delle politiche pubbliche di assistenza e inclusione”.

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