Caso "Fleximan", Gazzini (FI) in Ue: "Resistenza a una tassa occulta"

L'eurodeputato forzista interroga la Commissione sul ruolo degli autovelox: "La malafede si vede quando le multe entrano nel bilancio preventivo comunale"

Di Redazione Cronache
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Autovelox, il caso "Fleximan" arriva fino all'Ue. La difesa di Gazzini (FI): “Una singolare storia di resistenza all'oppressione di una tassa occulta”

L'eurodeputato Matteo Gazzini ha preso a cuore il caso "Fleximan" come rappresentativo di "un'urgenza popolare" e così, il forzista ha deciso di interrogare la Commissione Europea riguardo la questione degli Autovelox. “In un'epoca in cui l'Unione Europea si impegna a promuovere la libera circolazione e a garantire la sicurezza stradale, appare paradossale che un dispositivo concepito per la sicurezza, l'autovelox, si trasformi in uno strumento vessatorio usato per incrementare le entrate degli enti locali. L'uso indiscriminato e predatorio degli autovelox ha suscitato grande esasperazione tra i cittadini. La storia di “Fleximan” in Veneto, che sega i pali dei rilevatori di velocità, riflette la frustrazione generale di fronte a ciò che viene percepito come una tassa occulta e una limitazione della libertà di movimento, garantita, tra l'altro, anche dai trattati europei" spiega l'eurodeputato.

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Non è un segreto che, in Italia, gli autovelox, spesso collocati strategicamente - prosegue Gazzini - siano diventati una significativa fonte di entrate per gli enti locali. Tuttavia, quando la raccolta di fondi prevale sull'obiettivo della sicurezza stradale, ci troviamo di fronte a un serio problema che richiede un intervento immediato.

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La malafede di alcuni enti locali diventa evidente quando inseriscono le entrate previste dalle contravvenzioni direttamente nel bilancio preventivo comunale, trattandole come un obiettivo da raggiungere. Se fossero realmente interessati alla sicurezza stradale, anziché al mero profitto, potrebbero adottare misure quali l'installazione di dissuasori di velocità nelle aree dove gli autovelox registrano il maggior numero di infrazioni, oppure potrebbero intensificare la presenza dei vigili in tali zone. Se un autovelox continua a registrare infrazioni per mesi o anni, è evidente che il suo scopo primario sia quello di generare entrate, altrimenti l'amministrazione pubblica adotterebbe misure più efficaci per prevenire le violazioni e garantire la sicurezza stradale.

Poi arriva il monito dell'eurodeputato forzista verso i colleghi a Bruxelles: "È quindi fondamentale fare chiarezza sul criterio di posizionamento degli autovelox, sul dispositivo utilizzato, sulle modalità d'uso, sulla taratura, sulla durata di rilevamento, e sull'armonizzazione delle pratiche con gli altri paesi europei, affinché la sicurezza stradale torni ad essere l'unico obiettivo”  ha concluso l’europarlamentare Gazzini.