Caso Genovese, "sevizie, torture e segreti": rivelazioni choc di una vittima
Parla Aurelia, una delle ragazze stuprate dall'imprenditore, all'epoca dei fatti era 18enne: "La condanna del mio aggressore è una grande notizia"
Caso Genovese, "terrazza sentimento" e quel bicchiere di champagne
Torna d'attualità il caso Alberto Genovese, la vicenda relativa al noto imprenditore milanese condannato con rito abbreviato a 8 anni e 4 mesi. Era accusato di due episodi di violenza sessuale commessi ai danni di una 18enne e una 23enne. L’ex fidanzata dell’uomo, Sarah Borruso, è stata condannata a due anni e cinque mesi, accusata di aver partecipato a uno dei due episodi di violenza sessuale contestati a Genovese. L’imprenditore di origini napoletane era a processo a Milano con rito abbreviato. Oltre all’accusa di violenza sessuale ha dovuto rispondere anche di quella di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti. Ora rompe il silenzio una delle vittime di Genovese.
"Quella sera - spiega Aurelia a Non è L'Arena su La7 - ero arrivata da sola con una mia amica e non conoscevo nessuno. Io non mi ricordo di essere entrata in quella stanza, probabilmente a causa di quello che ho ingerito insieme a quel bicchiere di champagne che mi è stato offerto. So che le immagini mi indicano in quella stanza ma non ricordo nulla. Genovese è il mio aggressore. Già il fatto che lui sia stato condannato è una grandissima cosa. Io ho avuto la fortuna di averlo visto in carcere, molte altre donne invece non hanno avuto la mia stessa fortuna con i loro aggressori. Ho denunciato immediatamente". La giornalista Annalisa Chirico: "Non solo violenza sessuale, si parla anche di torture e sevizie negli atti del processo", lei annuisce.