Chieti, si suicida uno studente universitario tra bugie ed esami non dati

La tragedia si è consumata giovedì 6 aprile. La vittima, un ragazzo di 29 anni, è stata trovata dalla sorella nell'appartamento in cui vivevano insieme

Di Redazione Cronache
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Chieti, uno studente universitario di 29 anni si toglie la vita: "La mia vita è inconcludente e inutile"

Ennesimo suicidio "per colpa" dell'università, o meglio, delle aspettative e dell'ansia da prestazione. Ieri, 6 aprile, a Chieti Scalo uno studente di 29 anni è stato trovato senza vita dalla sorella nell’appartamento in cui convivevano.

Il ragazzo si è suicidato e l'estremo gesto sembra essere riconducibile al rendimento accademico: le motivazioni, infatti, sarebbero quelle scritte nero su bianco dalla stessa vittima su un block notes di 42 pagine, in cui avrebbe definito la sua vita "inconcludente e inutile" e confessato tutte le bugie che raccontava ai genitori sugli esami, in realtà non superati o mai sostenuti.

Il 29enne, originario di Manduria in Puglia, studiava infatti medicina e viveva a poche centinaia di metri dal campus universitario dove hanno sede le facoltà sanitarie, nel Villaggio Mediterraneo. Prima del suicidio pare non ci sia stato alcun segnale che avrebbe potuto far presagire un simile epilogo.

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Chieti, 29enne universitario si toglie la vita. La denuncia degli studenti: “Serve un cambio di rotta”

L’Unione degli Universitari nazionale abruzzese ha espresso solidarietà e vicinanza ai familiari del 29enne, denunciando il sistema attuale che sta mietendo vittime una dopo l'altra. "Aveva mentito sulla situazione accademica e il suo malessere lo ha portato ad un gesto estremo. Pressione sociale, paura di fallire, sensi di colpa, bugie, il mondo universitario è diventato sempre di più un luogo di depressione e ansia quando dovrebbe essere una fucina di idee, studio, curiosità e approfondimento - scrivono in una nota - Serve un cambio di rotta: più servizi per il benessere psicologico; una nuova visione di università dove vengono rispettate le persone per le loro competenze e qualità, decostruendo la narrazione meritocratica e la retorica delle migliori".

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