Clima, gli scienziati strigliano i media: "Basta parlare di generico maltempo"
Il rischio è "condannare le persone a un senso di impotenza" mentre "è ancora possibile costruire un futuro migliore". L'appello di 100 esperti
Clima, l'appello di 100 scienziati ai media: "Parlate di crisi e non di maltempo, di cause e di soluzioni"
Gli scienziati italiani alzano gli scudi e - a fronte degli "eventi climatici estremi" di questi giorni - lanciano "un appello ai media" affinché parlino di "crisi climatica" e non di generico "maltempo", affiancando "alle cause" dei disastri anche le "possibili soluzioni" da intraprendere, così da non ingenerare nell'opinione pubblica un "senso di impotenza" mentre "è ancora possibile costruire un futuro migliore". L'appello ai giornalisti è stato sottoscritto da ben 100 grandi scienziati italiani, tra cui il Nobel per la Fisica Giorgio Parisi, professore emerito in fisica teorica a Sapienza Università di Roma, ed ha come primo firmatario Antonello Pasini, primo ricercatore dell'Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del Cnr."
"Giornalisti, parlate delle cause della crisi climatica e delle sue soluzioni. Omettere queste informazioni - si legge nel documento - condanna le persone al senso di impotenza, proprio nel momento storico in cui è ancora possibile costruire un futuro migliore. È nostra responsabilità, come cittadini italiani e membri della comunità scientifica, avvertire chiaramente di ogni minaccia alla salute pubblica. Ed è dovere dei giornalisti difendere il diritto all’informazione e diffondere notizie scientifiche verificate. Il mese di giugno 2023 è stato, a livello globale, il più caldo da quando si registrano le temperature".
"Non sappiamo ancora quanti morti provocheranno le ondate di calore di questa estate, ma - proseguono - sappiamo quanti ne ha provocati il caldo intenso di quella scorsa: più di 60 mila nella sola Europa, 18 mila nel nostro Paese, il più colpito. Ondate di calore, alluvioni, siccità prolungate e incendi sono solo alcuni dei segnali dell’intensificarsi degli impatti dei cambiamenti climatici nei nostri territori. Tuttavia - indicano i 100 scienziati - i media italiani parlano ancora troppo spesso di 'maltempo' invece che di cambiamento climatico. Quando ne parlano, spesso omettono le cause e le relative soluzioni. È come se nella primavera del 2020 i telegiornali avessero parlato solo di ricoverati o morti per problemi respiratori senza parlare della loro causa, cioè del virus SARS-CoV-2, o della soluzione, i vaccini".
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Gli scienziati nell'appello evidenziano che "nel suo ultimo rapporto, il gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite (IPCC) è chiarissimo su quali siano le cause principali del cambiamento climatico: le emissioni di gas serra prodotte dall’utilizzo di combustibili fossili. Ed è altrettanto chiaro su quali siano le soluzioni prioritarie: la rapida eliminazione dell’uso di carbone, petrolio e gas, e la decarbonizzazione attraverso le energie rinnovabili. È questa la strategia giusta per fermare l'aumento delle temperature, ed è tecnologicamente ed economicamente attuabile già oggi. A questo devono aggiungersi politiche di adattamento per proteggere persone e territori da quegli effetti del cambiamento climatico divenuti ormai irreparabili".
"Non parlare delle cause dei sempre più frequenti e intensi eventi estremi che interessano il nostro pianeta e non spiegare le soluzioni per una risposta efficace rischia di alimentare l’inazione, la rassegnazione o la negazione della realtà, traducendosi in un aumento dei rischi per le nostre famiglie e le nostre comunità, specialmente quelle più svantaggiate. Per queste ragioni, - scrivono i 100 scienziati - invitiamo tutti i media italiani a spiegare chiaramente quali sono le cause della crisi climatica e le sue soluzioni, per dare a tutti e a tutte gli strumenti per comprendere profondamente i fenomeni in corso, sentirsi parte della soluzione e costruire una maggiore fiducia nel futuro".
"Siamo ancora in tempo per scegliere il nostro futuro climatico. Siamo ancora in tempo per scegliere un futuro sostenibile che metta al primo posto la sicurezza, la salute e il benessere delle persone, come previsto dagli obiettivi europei di riduzione delle emissioni del 55% al 2030 e di neutralità climatica al 2050. Possiamo farlo anche grazie a una corretta comunicazione e alla cooperazione tra noi tutti" concludono i 100 scienziati.
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Pasini: "Non bisogna avere paura di dire che riscaldamento globale è associato a azioni umane"
"Non bisogna avere paura di dire che il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici ad esso associati sono dovuti ad azioni umane. Averlo scoperto non è una sciagura, ma una buona notizia. Se il cambiamento fosse stato naturale non avremmo potuto far altro che difenderci da una 'natura maligna'. Così invece possiamo agire sulle cause per diminuirne gli effetti. Il nostro futuro è nelle nostre mani e, un'informazione corretta, questo deve far capire" commenta Antonello Pasini, primo ricercatore dell'Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del Cnr, e primo firmatario dell’appello.
"Siamo ancora in tempo per scegliere il nostro futuro climatico" scandisce Giorgio Vacchiano, professore associato in Gestione e pianificazione forestale dell’ Università degli Studi di Milano, e Presidente del Climate Media Center Italia, l’associazione che ha lanciato l’iniziativa. "Un futuro sostenibile, che metta al primo posto la sicurezza, la salute e il benessere delle persone, è ancora possibile se abbiamo il coraggio, come cittadini e come Paese, di passare dalla consapevolezza alla decisione, e dalla decisione all'azione" ha affermato Vacchiano.
"Dobbiamo avere il coraggio di dare una svolta a questa pericolosa deriva della rassegnazione, o ancora peggio della negazione dei cambiamenti climatici, e parlare di soluzioni e di un futuro migliore per il genere umano, inteso come parte della biodiversità che popola il nostro pianeta" commenta Cristina Facchini, presidente della Società Italiana per le Scienze del Clima (Sisc)/Cnr-Isac.
Crisi climatica, i firmatari dell'appello
Ecco chi sono i 100 scienziati firmatari dell'Appello: Antonello Pasini – Primo ricercatore, Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del CNR (CNR-IIA); Giorgio Vacchiano – Professore associato in Gestione e pianificazione forestale, Università degli Studi di Milano, e Presidente Climate Media Center Italia; Giorgio Parisi – Prof. emerito in fisica teorica, Sapienza Università di Roma, Premio Nobel per la Fisica 2021; Cristina Facchini – CNR-ISAC, Presidente della Società Italiana per le Scienze del Clima (SISC); Paolo G. Albano - Stazione Zoologica Anton Dohrn; Tommaso Alberti - Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma; Franco Andreone - Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino; Nicola Armaroli - CNR-ISOF Valentina Bacciu - CNR-IBE / Società Italiana per le Scienze del Clima (SISC) ; Rosario Balestrieri - Stazione Zoologica Anton Dohrn; Carlo Barbante - CNR / Università Ca’ Foscari; Roberto Barbiero - APPA Provincia Autonoma di Trento / Società Italiana per le Scienze del Clima (SISC); Leonardo Becchetti - Università di Tor Vergata, Roma; Carlo Blasi - Università di Roma Ferdinando Boero, Fondazione Dohrn; Alessandra Bònoli - Alma mater studiorum Università di Bologna; Chris Bowler - Stazione Zoologica Anton Dohrn; Federico Butera - Politecnico di Milano; Fausto Capelli - Collegio europeo / Università degli studi di Parma; Carlo Cacciamani - Agenzia ItaliaMeteo, Bologna; Sandro Carniel - CNR-ISP; Renato Casagrandi - Politecnico di Milano; Stefano Caserini - Politecnico di Milano; Claudio Cassardo - Università degli Studi di Torino;
Dei 100 firmatari fanno parte anche Daniele Cat Berro - Società Meteorologica Italiana; Carlo Cerrano - Università Politecnica delle Marche; Mauro Ceruti - Università IULM Milano; Alessandro Chiarucci - Alma mater studiorum Università di Bologna; Lorenzo Ciccarese - ISPRA; Erika Coppola - Abdus Salam International Centre for Theoretical Physics, autrice IPCC WGI AR6; Francesca Cotrufo - Colorado State University; Roberto Danovaro - Università Politecnica delle Marche; Giulio De Leo, Stanford University; Mauro Delogu - Alma mater studiorum Università di Bologna; Moreno Di Marco - Sapienza Università di Roma; Davide Faranda - CNRS-IPSL di Parigi; Francesco Ferretti - Università degli Studi di Siena; Andrea Filpa - Università degli Studi Roma Tre; Francesco Forastiere - CNR-IRIB / Imperial College, Londra; Simonetta Fraschetti - Università degli studi di Napoli Federico II; Marco Frey - Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa; Sandro Fuzzi – CNR-ISAC, Lead Author IPCC AR6; Silvana Galassi - Università degli studi di Milano;
A firmare sono starti inoltre Marino Gatto - Politecnico di Milano; Domenico Gaudioso - Greenhouse Gas Management Institute Italia; Piero Genovesi - ISPRA; Thalassia Giaccone - Stazione Zoologica Anton Dohrn; Claudia Gili - Stazione Zoologica Anton Dohrn; Filippo Giorgi - Abdus Salam International Centre for Theoretical Physics di Trieste; Enrico Giovannini - Università di Roma Tor Vergata / Università LUISS Guido Carli; Elena Gissi - CNR-ISMAR; Donato A. Grasso - Università degli studi di Parma; Federico Grazzini - Istituto di meteorologia LMU München / ARPAE Emilia-Romagna; Fausto Guzzetti - CNR-IRPI; Valerio Lembo - CNR-ISAC; Stefania Leopardi - Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie; Simone Libralato - Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale OGS di Trieste; Anna Luise - ISPRA; Marco Marchetti - Università degli studi del Molise; Davide Marino - Università degli studi del Molise; Vittorio Marletto - ARPAE Emilia-Romagna e AIAM; Bruno Massa - Università degli studi di Palermo.