Coniugi uccisi nel brindisino: il fratello killer Cosimo Calò ai domiciliari
Con il braccialetto elettronico Cosimo Calò è tornato nella propria abitazione, a Carovigno. Esito autopsia a settembre. Richieste perizie per nuovi testamenti
Coniugi uccisi nel brindisino: il fratello killer va ai domiciliari. Saltano fuori altri testamenti
È tornato a casa, ai domiciliari con braccialetto elettronico, Cosimo Calò di 84 anni, il presunto killer reo confesso che ha ammazzato a fucilate il fratello Tonino, 70 anni, e la moglie Caterina Martucci, 64, lo scorso 28 febbraio a Serranova, frazione di Carovigno, nel brindisino. Nel frattempo, a infittire il mistero sull’eredità, movente che avrebbe portato alla mattanza, i nuovi testamenti saltati fuori, compreso quello scritto dalla madre dei fratelli Calò.
Cosimo Calò nella vettura dei carabinieri
L’ordinanza del trasferimento ai domiciliari, emessa dal gip Wilma Gilli, era stata depositata 15 giorni fa, ma a causa di un ritardo tecnico Cosimo Calò era rimasto ulteriormente in carcere. Difeso dall’avvocato Carmela Roma del foro di Brindisi, nella giornata del 7 agosto è tornato a casa dopo che l’8 marzo ha confessato ai carabinieri del Nor di San Vito dei Normanni di aver sparato a sangue freddo, imbracciando un fucile Breda, il fratello Tonino e la moglie Caterina. Anche se, fin dal primo momento, il presunto killer ha fornito una serie di alibi troppo debole per un movente troppo forte, tutta smontata dalle prove in mano agli investigatori che non hanno lasciato via di fuga alle sue teorie.
“L'intenzione era di ammazzare Carmelo e non avendolo trovato ho bussato alla porta della casa di Tonino, sempre portandomi dietro il fucile carico” ha riferito Cosimo Calò agli inquirenti e agli investigatori che lo hanno ascoltato durante la confessione durata circa quattro ore. Già, il fratello Carmelo che vive a pochi chilometri da lui e che, con molta probabilità, non dormirà più sonni tranquilli sapendo che il killer è tornato a casa.
Cosimo Calò oggi si presenta dimagrito: almeno 15 i chili che ha perso durante la propria permanenza nella casa circondariale di Brindisi.
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I misteri: successione mortis causa e nuovi testamenti saltati fuori
Ma sarà servita davvero questa mattanza del fratello e della cognata? Si apre, quindi, il capitolo relativo alla successione mortis causa: si è trattato di commorienza o di morte prima di Tonino e poi di Caterina? Perché nel secondo caso a beneficiare dei 2/3 dell’eredità sarebbero i parenti di Caterina Martucci.
A stabilirlo sarà l’esito dell’autopsia per la quale il pm titolare del fascicolo, Francesco Carluccio, ha incaricato il medico legale Domenico Urso di effettuare gli accertamenti tecnici irripetibili con altri due consulenti tecnici, ossia la biologa Giacoma Mongelli, esperta in analisi su dna e liquidi biologici e l’ingegnere Riccardo Ramirez, esperto in balistica. I risultati, ha dichiarato il medico Urso ad Affari Italiani, saranno depositati entro il mese di settembre.
Altro mistero da chiarire, inoltre, è quello relativo ai testamenti olografi saltati fuori nei mesi successivi alla mattanza, compreso quello che sembrerebbe esser stato scritto dalla madre dei fratelli Calò. E per cui il pm ha disposto ulteriori perizie calligrafiche. Tuttavia, ammesso che esista un testamento vero, il fratello Carmelo non erediterebbe nulla a causa del proprio passato economico finanziario opaco, motivo per cui intestava tutto al fratello Tonino.
Ai posteri l’ardua sentenza. Questa rappresenterebbe, dunque, la sconfitta di Carmelo che per tutta la vita ha gestito e organizzato le questioni familiari con l’atteggiamento di prepotenza contestato da Cosimo e che l’avrebbe portato all’esasperazione, tanto da commettere un duplice omicidio. Si sarebbe così conclusa la vendetta economica di Cosimo che, non riuscendo a uccidere Carmelo, l’avrebbe lasciato a mani vuote.