Cospito, trasferimento dal carcere in ospedale. La difesa chiede i domiciliari

Da Opera fanno sapere che l'anarchico, dopo il rigetto della Cassazione di revoca del 41-bis, ha sospeso l’assunzione di integratori

Di Redazione Cronache
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Cospito, la difesa chiede la detenzione domiciliari per motivi di salute

La difesa di Alfredo Cospito, l’anarchico in sciopero della fame dal 20 ottobre scorso, ha chiesto il differimento della pena per motivi di salute da "espiare" ai domiciliari a casa della sorella. La richiesta è stata consegnata ieri, e sarà il tribunale di Sorveglianza di Milano, in un’udienza collegiale ancora da fissare - potrebbe tenersi il 24 marzo prossimo - a doversi esprimere sull’istanza.

In quell’occasione i giudici dovranno tener conto della scelta di Cospito di non alimentarsi e le sentenze della Cassazione sono piuttosto esplicite nel considerare la scelta del detenuto di rifiutare il cibo "non un motivo valido per ottenere gli arresti domiciliari". Peraltro un’altra richiesta di differimento pena pende davanti ai giudici del tribunale di Sorveglianza di Sassari e dovrà essere discussa il prossimo 24 marzo.

Alfredo Cospito trasferito dal carcere di Opera all’ospedale San Paolo su indicazione dei medici

Nel frattempo Cospito, su indicazioni dei medici del centro clinico del carcere di Opera, è tornato nel reparto di medicina penitenziaria dell'ospedale San Paolo di Milano. Un nuovo trasferimento, resosi necessario in quanto l'esponente della Fai, dopo il rigetto da parte della Cassazione della richiesta di revoca del 41-bis, ha sospeso l'assunzione di integratori. È la seconda volta che dal penitenziario milanese Cospito viene portato nella struttura ospedaliera; l’ultima era accaduta l’11 febbraio scorso.

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In particolare il nuovo ricovero "a scopo precauzionale" si sarebbe reso necessario per un innalzamento di alcuni valori che potrebbe essere dovuto a uno squilibrio degli elettroliti ritenuto molto pericoloso per la sua salute, e sarebbe dunque finalizzato ad approfondire la novità clinica emersa nelle ultime ore. Il medico Andrea Crosignani che lo aveva visitato in carcere aveva spiegato all'avvocato Flavio Rossi Albertini che ci si sarebbe potuto aspettare un peggioramento se avesse continuato a non assumere integratori. Proprio quest'ultimo ha dichiarato: “La sua è una battaglia per la vita. Andrà avanti fino alla fine”.

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