Crescono gli omicidi in Italia, ma i livelli sono tra i più bassi in Europa
All’interno dell’Ue nell’anno 2021 la Lettonia è caratterizzata dalla situazione più critica, seguita da Lituania e Finlandia
I dati diffusi dall'Istat: aumento di omicidi del 6,2%. 106 femminicidi nel 2022
Le vittime di omicidio sono più numerose tra gli uomini giovani, mentre tra le donne adulte o anziane. Nel 2022 si sono verificati 322 omicidi (+6,2% rispetto al 2021): 126 donne e 196 uomini. Sono i dati resi noti dall’Istat e relativi all’anno 2022.
Nel report sono presentati i dati relativi agli omicidi volontari, rilevati dalle Forze di Polizia, e consumati nel corso dell’anno 2022, inseriti nel database della Direzione centrale della polizia criminale del ministero dell’Interno.
“Tali informazioni sono di notevole interesse in quanto indicano la relazione, ove esistente e conosciuta, tra la vittima dell’omicidio e il suo assassino. Sempre grazie a queste informazioni è possibile ricostruire il movente, le modalità dell’uccisione della vittima e il tipo di arma eventualmente utilizzata. Ciò ha un’importanza fondamentale, in particolare, nello studio delle dinamiche degli omicidi di donne, che hanno, come è noto, profonde differenze rispetto a quelli di uomini”, precisa l’Istat.
In generale, cresce il numero di uomini uccisi da sconosciuti (0,37 per 100 mila maschi; 0,27 nel 2021) e di donne uccise da parenti (0,14 per 100 mila donne, 0,10 nel 2021). Nei casi in cui si è scoperto l’autore, il 92,7% delle donne è vittima di un uomo, mentre nel caso la vittima sia un uomo nel 94,4% dei casi l’omicida è un uomo. Ed ancora: il 77,6% delle vittime di omicidio è composto da cittadini italiani, il 22,4% da stranieri. Sulla base delle informazioni disponibili, si stima che i femminicidi siano 106, sul totale delle 126 donne uccise. Il dato è in linea con quanto rilevato negli ultimi tre anni.
In Italia gli omicidi sono meno rispetto all'’Europa
“Si può ritenere in massima parte esaurito l’impatto che il mutamento dei comportamenti sociali dovuto alla pandemia da Covid-19 ha avuto sull’ammontare e la dinamica dei delitti. Si è osservata una ripresa del fenomeno criminale – in larga misura attesa - che ha in generale interessato tutti i tipi di reato”, afferma l’Istat.
Ciò ha riguardato anche gli omicidi volontari consumati (322, +6% circa nel 2022 rispetto all’anno precedente), per i quali il nostro Paese è storicamente tra quelli a minor rischio. Il livello di omicidi commessi in Italia, pur avendo registrato nel 2022 un aumento rispetto all’anno precedente, è comunque basso se confrontato al contesto dell’Unione europea. All’interno dell’Ue nell’anno 2021 (ultimo anno disponibile) la Lettonia è caratterizzata dalla situazione più critica (5,18 omicidi per 100 mila abitanti), seguita a grande distanza da Lituania e Finlandia (2,50 e 1,70 rispettivamente). Nel 2021 l’Italia occupava il ventiduesimo posto tra i 27 paesi Ue con 0,51 omicidi per 100 mila abitanti, a fronte di una media generale di 0,83. Valori ancor più contenuti si registrano in Lussemburgo, Irlanda, Repubblica Ceca, Slovenia (tra 0,47 e 0,43) e infine Malta (0,39 omicidi per 100 mila abitanti).
“Ovviamente questi dati vanno confrontati con cautela– afferma l’Istat- in quanto possono esserci differenze metodologiche alla base dei conteggi, tenendo inoltre conto che i Paesi con una dimensione demografica molto contenuta possono presentare tassi molto diversi da un anno all’altro pur a fronte di piccole variazioni del fenomeno”.
Per le sole vittime donne, l’incidenza media degli omicidi nell'Unione europea, calcolata per i 23 Paesi di cui sono disponibili i dati, è pari a 0,60 omicidi per 100 mila donne. L’Italia, con 0,39 omicidi per 100 mila donne nel 2021, precede solo l’Irlanda (0,28) e Malta, dove non ci sono state vittime donne nell’anno 2021. Situazioni simili a quella italiana caratterizzano anche i Paesi Bassi, la Polonia e la Spagna.
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L’incidenza delle vittime di omicidio volontario nel 2022 è più alta nel Mezzogiorno (0,75 per 100 mila abitanti), mentre i valori sono inferiori alla media nazionale in tutte le regioni del Centro-nord, con la sola eccezione della provincia autonoma di Trento. I valori più elevati si registrano in Campania e Calabria (0,87), nelle Isole (0,82 in Sardegna e 0,75 in Sicilia) e in Puglia (0,69). Malgrado le vittime di omicidio siano più frequentemente maschi (nell’anno 2022 il 60,9%), vi sono regioni in cui il rapporto tra i sessi è diverso. Si tratta di regioni di dimensioni demografiche contenute in cui l’omicidio è un evento poco frequente, come le province autonome trentine (l’unico omicidio registrato nella provincia di Bolzano è di una donna), seguite da Marche e Liguria (cinque donne su otto vittime in totale). Parliamo anche di regioni popolose come il Piemonte, il Veneto, l’Emilia Romagna e il Lazio (nelle quali la percentuale di donne uccise è compresa tra il 61,1 e il 52,0).
Per le donne il rischio cresce con l’età
L’età media delle vittime di omicidio registrate nell’anno 2022 risulta di 45,1 anni per i maschi, mentre per le donne è più elevata e pari a 55,1 anni. Le vittime straniere, che costituiscono il 22,4% delle vittime, sono mediamente più giovani, e la loro età media risulta di 36,1 anni per gli uomini e di 46,8 anni per le donne (mentre per gli italiani è di 47,7 anni e 57,4 anni, rispettivamente per maschi e femmine). Se si considerano i rapporti, distinti per sesso, con la popolazione residente di pari età, costruendo quindi dei quozienti specifici che descrivono il rischio di una persona di essere vittima di omicidio (sulla base degli eventi del 2022), la situazione per i due sessi presenta evidenti differenze. Per i maschi il rischio maggiore coincide con l'età giovanili (18-24 e 25-34) o appena mature (35-44), mentre il rischio per le donne continua a crescere al progredire dell’età ed è massimo per le fasce più anziane.
“Quest’ultimo aspetto può essere almeno parzialmente spiegato con la presenza di un elevato numero di donne che vengono uccise, in età molto avanzata, da persone loro legate (in genere i partner), con il fine dichiarato di porre fine a diverse tipologie di situazioni critiche. Va sottolineato, invece, che nessun uomo è stato ucciso dalle proprie compagne per questi motivi”, sottolinea l’Istat.
Il 93,7% degli autori di omicidio è un uomo
Per 37 dei 322 omicidi commessi nell’anno 2022 (l’11,5%), non è stato ancora possibile individuare un autore presunto.
I dati indicano che “si tratta solo in minima parte di omicidi con vittime donne, peculiarità spiegabile col fatto che la probabilità di scoprire l’autore dell’omicidio è molto più alta nel caso di vittime femminili. Tali delitti si verificano per lo più in ambito familiare e di coppia, con conseguente restrizione del campo delle indagini a una cerchia più delimitata di sospetti. L’analisi delle caratteristiche dell’autore e della vittima è limitata quindi ai 285 casi residui”.
L’autore è quasi sempre un uomo, cui sono attribuiti il 93,7% degli omicidi, contro il 6,3% di quelli commessi da donne. Gli uomini uccidono in prevalenza altri uomini (153 su 267, il 57,3%) e nel 42,7% donne. Le 18 donne autrici di omicidio hanno ucciso nove uomini e nove donne.
Le omicide sono quasi tutte italiane (17 su 18), con un numero praticamente identico di vittime maschi e femmine (rispettivamente otto e nove). Come ampiamente riportato in letteratura, gli omicidi, e molti altri tipi di reato, sono prevalentemente interetnici. Ciò è verificato anche in questo caso, e il dettaglio disponibile (italiani-stranieri) fornisce interessanti informazioni, anche se non permette un’analisi approfondita per singola cittadinanza: il 70,9% dei 285 omicidi di cui si conosce l’autore avviene tra italiani, e il 16,8% tra stranieri (non necessariamente della stessa nazionalità). Oltre a questi si verifica un 6,7% di omicidi in cui l’autore è italiano e la vittima straniera, e un 5,6% di autore straniero e vittima italiana.
Liti e futili motivi sono i primi moventi per omicidio
Nel 2022 “liti, futili motivi, rancori personali” sono il primo movente per omicidio (45,3%), il valore più rilevante per le vittime di ambo i sessi (53,1% per gli uomini e 33,3% per le donne).
Seguono i “motivi economici” (inclusi gli omicidi a scopo di rapina), che costituiscono il 14% del totale, con un peso decisamente maggiore tra le vittime maschili rispetto a quelle femminili (17,9% degli omicidi di maschi e 7,9% di quelli di donne). Viene attribuito a uno stato di “follia” dell’autore una parte non indifferente degli omicidi (11,2% in totale), con un peso molto più rilevante nel caso di vittime donne (18,3% contro 6,6%), e lo stesso succede quando il motivo è quello “passionale” (16,7% contro 4,6% per le vittime di sesso maschile).
Nel 4,3% dei casi il motivo addotto dall’omicida è quello di voler interrompere una grave malattia della vittima. Questo è avvenuto solo nei confronti di donne, in massima parte di età molto avanzata (in 14 dei 126 omicidi di donne, pari all’11,1% del totale). Nel rimanente 15,8% dei casi (17,9% per i maschi e 12,7% delle femmine) il movente è rimasto indeterminato. Le armi da fuoco sono state, nel 2022, il mezzo più utilizzato per l’omicidio, impiegate nel 37% dei casi, seguite dal 32,6% delle armi da taglio. Il 9,3% degli omicidi è invece stato portato a termine con l’uso di armi improprie, mentre nel rimanente 21,1% dei casi l’omicidio è avvenuto con altre modalità. Gli omicidi di criminalità organizzata, 30, sono stati tutti commessi con armi da fuoco. Anche nella scelta del mezzo, come in tante altre caratteristiche degli omicidi, esistono distinzioni rilevanti se si considera il sesso della vittima. Le armi da fuoco vengono usate prevalentemente contro gli uomini, 45,4% dei casi di omicidi di maschi e 23,8% di quelli delle donne. Le donne vengono prevalentemente assassinate con armi da taglio, utilizzate però frequentemente anche per gli uomini (34,9% delle donne e 31,1% degli uomini). Non vi è un grandissimo divario sull’utilizzo di armi improprie (corpi contundenti o altro, utilizzati nell’11,1% di omicidi di donne e nell’8,2 di quelli di uomini), mentre c’è una grande differenza quando l’omicidio avviene a mani nude, caso conteggiato nella categoria “altro” (30,2% delle donne e 15,3% degli uomini).