Csm, la pm molestata sotto accusa: è accusata di aver insabbiato casi di abusi
Alessia Sinatra accusò il Procuratore Creazzo. In una chat con Palamara lo definiva : "Porco schifoso". Ora nel mirino è finita lei
Csm, la "vendetta" dei magistrati con Sinatra da vittima a colpevole
Alessia Sinatra è finita nel mirino del Csm. La pm che accusò l'ex Procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo di molestie, definendolo in una chat con l'ex toga Palamara "porco schifoso" e rivelando che il magistrato le aveva messo le mani addosso in ascensore, ora è a sua volta accusata di aver insabbiato fascicoli su crimini sessuali ai danni di minori. Dalla Procura generale della Cassazione - si legge sul Giornale - è partito un pesante atto di incolpazione contro la Sinatra. Alla pm vengono contestati sei episodi (uno però è coperto da omissis) che secondo l’accusa dimostrano come la Sinatra sia "mancata ai doveri di diligenza e laboriosità" violando ben cinque articoli del codice di procedura penale "determinata da negligenza inescusabile". Alcuni degli episodi riguardano fascicoli gestiti dalla Sinatra nel pool che a Palermo si occupa di violenze sessuali.
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La vicenda delle presunte molestie su Sinatra - prosegue Il Giornale - si era conclusa con un procedimento disciplinare che aveva portato ad una condanna: due mesi di perdita di anzianità per Creazzo, censura per la Sinatra, colpevole per il Consiglio di essersi vendicata di Creazzo con metodi impropri. Sembrava finita lì, con Creazzo trasferito in Calabria e la Sinatra arrabbiata per essersi ritrovata a sua volta sotto accusa. Invece adesso accade l’imprevisto. Convocata dalla Procura generale della Cassazione a discolparsi, la Sinatra ha depositato una memoria che secondo la Procura generale della Cassazione contiene "argomentazioni non dirimenti".
Csm, la pm Sinatra ad Affari sulle accuse: "Non ci sono parole"
Proprio Alessia Sinatra, interpellata da Affaritaliani.it, ha voluto replicare alle dure accuse che le sono state rivolte. "Non vi sono parole. Non me la sento proprio di parlare. Ma c'è un limite a tutto".