Cutro, "papà paga il resto" l'audio che può scagionare uno dei 4 scafisti

Il fratello di Arslan Khalid: "Ha versato 4500 dollari, nessun mercante di uomini rischia la sua vita su una barca”

Di Redazione Cronache
Cronache

Strage di migranti, un audio scagionerebbe il presunto scafista Arslan Khalid: "Papà sto arrivando, paga la seconda rata del viaggio"

Uno dei presunti scafisti arrestati, il 25enne pakistano Arslan Khalid, nega ogni responsabilità nell’organizzazione del viaggio, sostenendo di essere stato un passeggero come gli altri. In suo supporto è arrivato a Crotone il fratello Antisham, che ha prodotto un foglio manoscritto, una sorta di “ricevuta” della prima tranche del pagamento, 4500 dollari. “Stanno emergendo elementi che dimostrano, come sostenuto sin dall’inizio, che il mio assistito era su quella barca come migrante al pari degli altri e non era lo scafista. Quanto sta emergendo conferma quello che il mio assistito ha detto fin dal primo momento agli inquirenti” ha dichiarato all’Ansa l’avvocato del giovane, Salvatore Perri.

Già nel primo interrogatorio infatti Khalid si era detto del tutto estraneo alle accuse. Ecco il verbale: “Non ho mai aiutato i quattro soggetti che si alternavano alla guida, nè ho mai ricevuto disposizioni di nessun genere da questi. Riferisco che per intraprendere il viaggio mio padre ha pagato settemila dollari ad un trafficante del quale avevo il recapito telefonico segnato su un foglio, il quale è andato perduto durante il naufragio. So che fa il sarto di mestiere in Pakistan ma di fatto si occupa di traffico di migranti. Non l’ho mai incontrato personalmente ma un conoscente mi ha messo in contatto con lui. Mio padre doveva consegnare l’importo a un tramite, indicato dallo stesso, che lo avrebbe ricevuto una volta che io avrei riferito di essere arrivato in Italia. Appena arrivati vicino la costa italiana, prima che la barca affondasse, uno degli scafisti ci ha detto di avvisare i nostri garanti al fine di svincolare i soldi dovuti, e così ho fatto. Ribadisco che non ho fatto niente di male, non ho aiutato nessuno degli scafisti ma sono venuto qui in Italia con l’intento di migliorare la mia vita“.

Anche il fratello Antisham fa riferimento ad un audio, inviato dal giovane al padre quando già si vedeva la costa perché versasse la seconda tranche. "Papà sto arrivando, puoi versare il resto dei soldi, è tutto a posto", si sente nel vocale che Repubblica ha potuto ascoltare.

LEGGI ANCHE: Strage migranti, i parenti delle vittime verso la class action contro l'Italia

Tags:
audiocutromigrantipagamentoscafistastrage