Dossieraggio su oltre 100 nomi illustri: Affari aveva anticipato tutto

L'inquietante rete del finanziere. Crosetto: "C’è un mondo grigio che mina le istituzioni, ho fatto una nuova denuncia per violazione del segreto istruttorio"

Di Redazione Cronache
Guido Crosetto
Cronache

Conti correnti, 740, dati sensibili: la vita di oltre 100 nomi illustri nel pc del maresciallo

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ma anche tanti altri. Quanti e chi con precisione sembrano non saperlo ancora nemmeno i magistrati di Perugia, titolari dell'indagine su quella che si configura come un'attività di dossieraggio con al centro un finanziere distaccato alla procura nazionale antimafia nel gruppo di lavoro che si occupava dello sviluppo delle Sos, le Segnalazioni di operazioni bancarie sospette.  Secondo il Corriere della Sera dentro il pc del maresciallo c'erano oltre cento nomi illustri.

La vicenda potrebbe essere molto ampia. Come scrive il Corriere "i magistrati di Perugia cercano di stabilire se ci fosse una regia dietro gli accessi abusivi del finanziere in forze alla Dna". Gli approfondimenti del Nucleo di polizia valutaria, coordinato dalla Procura di Perugia, "hanno accertato che Pasquale Striano, il finanziere sotto accusa, aveva effettuato almeno un centinaio di visure patrimoniali. Segno che la questione è più ampia di quanto inizialmente apparso".

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E sottolinea il quotidiano di via Solferino: "Di notizie contenute nelle Sos e pubblicate negli ultimi tempi sui giornali ne sono uscite molte, su personaggi che spaziano dagli ex premier Matteo Renzi e Giuseppe Conte all’ex portavoce di quest’ultimo, Rocco Casalino (che sempre al Corriere dice di "volerci vedere chiaro", fino all’ex capitano della Roma Francesco Totti. L’indagine di Perugia per ora non riguarderebbe questi nomi ma molti altri, altrettanto noti". 

Affaritaliani.it, a fine maggio, aveva ampiamente parlato di una "centrale dossieraggio" in un pezzo intitolato "'Meloni passione 007', spiate 400 persone: la bomba nel libro di Bisignani", all'interno del quale si evidenziava uno dei capitoli più intriganti (“Giorgia e la passione per gli 007”) della nuova fatica editoriale di Luigi Bisignani, “I potenti ai tempi di Giorgia Meloni” (Chiarelettere, 2023, 224 pp., 16 euro), in cui il “lobbista più famoso d’Italia”, insieme al giornalista Paolo Madron (entrambi ospiti de La Piazza, la kermesse di Affari di fine agosto) affronta e indaga il potere e le logiche del Palazzo.

In quel capitolo analizzato da Affari emerge un inquietante attività di spionaggio che riguarderebbe almeno 400 utenze, captate dall’Intelligence. Utenze "su vari personaggi che ruotavano intorno al suo mondo (di Meloni, ndr)" tra cui rientra “anche qualche giornalista”. Una domanda sorge allora spontanea: con che tipo di autorizzazione? Sembrerebbe nessuna. E infatti nell'inchiesta avviata dalla procura di Perugia, è chiara fin da subito la mancanza di autorizzazioni giudiziarie a effettuare ricerche patrimoniali su determinati soggetti come appunto il ministro della Difesa Guido Crosetto.

Dossieraggio sui politici, caccia ai mandanti

Ma il procuratore capo Raffaele Cantone va avanti nelle sue ricerche: "a chi rispondeva Striano? La presenza di politici fra le «vittime» del finanziere induce a riflettere su possibili giochi di potere. Qualcuno potrebbe, ad esempio, essersi servito di lui per obiettivi opachi, perfino per regolare conti politici", sostiene il Corriere della Sera. Anche secondo Repubblica, è da capire "dove finissero gli esiti di tutte le interrogazioni ritenute abusive: restavano nei cassetti? Oppure venivano consegnate a qualcuno? Avevano dei committenti? Il «mercato delle informazioni finanziarie», per usare la definizione dei pm, era da tempo nel mirino dei più importanti magistrati italiani".

Repubblica entra nel dettaglio di come funzionava il sistema: "il finanziere in servizio all’“Ufficio Sos” (Segnalazioni di operazioni finanziarie sospette) della Direzione nazionale antimafia a un certo punto decideva di approfondire la posizione di un personaggio X per verificare eventuali transazioni anomale sui suoi conti correnti; lo poteva fare senza un’indicazione a monte del magistrato responsabile dell’ufficio (fino all’anno scorso Antonio Laudati) e senza alcun obbligo di rendicontare a valle, per iscritto, ciò che aveva fatto. Il finanziere si arrogava il diritto di interrogare le banche dati della Dna e quelle collegate dell’Agenzia delle entrate: sono una miniera di dati sensibili che include anche la dichiarazione dei redditi".

Come sottolinea la Stampa, "la banca dati investigativa è una miniera di informazioni La diffusione pubblica delle segnalazioni finanziarie è cresciuta esponenzialmente. E alcune Procure sospettano l’esistenza di un vero sistema".

Crosetto: "C'è un mondo grigio che mina le istituzioni"

Della vicenda parla anche direttamente Guido Crosetto in un testo a sua firma pubblicato sul Corriere della Sera: "E' giusto continuare a fare finta di nulla quando si vedono pubblicati atti di indagini in corso che, tra l’altro, gettano schizzi di fango inaccettabili su istituzioni serie come la Dna? Queste erano alcune delle domande che mi sono fatto leggendo le notizie uscite ieri. Si tratta di notizie di indagini, nate a seguito di una mia denuncia alla Procura della Repubblica di Roma del 31 ottobre 2022, che mi riguardano come parte lesa e come oggetto di un’attività illegale".

"Certo, sono particolarmente orgoglioso di aver promosso, da uomo delle istituzioni, la denuncia di fatti che mi sembravano sospetti, dando così la possibilità — ieri alla Procura di Roma e, oggi, alla Procura di Perugia — di fare piena luce sul rischio che soggetti che dovrebbero garantire la normale vita democratica la mettano in pericolo. Sono certo che Perugia procederà spedita a mia tutela, la parte offesa, e del nostro sistema democratico", prosegue il testo di Crosetto sul Corriere della Sera.

E ancora Crosetto alimenta nuovi dubbi, parlando di un "mondo grigio che mina le istituzioni": "Ma perché c’è chi fa uscire ora questa notizia? Ho un sospetto grave: non è che qualcuno vuole alzare polveroni per nascondere la verità? Chi sta cercando di precostituirsi delle difese? Come funziona il circuito dei dossier nel rapporto con chi, poi, li rende pubblici? E le fughe di notizie di indagini coperte dal segreto? Chi li fa uscire, con quali logiche, quali obiettivi? Li usa a vantaggio di un singolo o per un gruppo? Gratuitamente o per lucro? Pubblici ufficiali, pagati dai contribuenti, diffondono indagini costruite ad arte, perinfangare o procurare effetti e danni politici? Ho lasciato per ultima la domanda più grave: perché colpire anche la Dna, il più alto baluardo morale contro la criminalità organizzata? Cui prodest? Non certo alla magistratura onesta che, con coraggio, lavora per difendere ognuno di noi. Temo che, dietro questa gravissima vicenda, ci possa essere un mondo grigio, un porto delle nebbie, che sarebbe interesse nazionale disvelare. Ho dunque deciso di sporgere una nuova denuncia per violazione del segreto istruttorio, al fine di aiutare il lavoro dei magistrati e di ottenere la verità su una vicenda inquietante, ma anche a tutela dell’indagato stesso, l’ufficiale della Guardia di finanza".

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