Feltri, penna anticonformista che ha spazzato via le banalità del giornalismo

Vittorio Feltri ha compiuto 80 anni: un giornalista dissacrante e dissacratore che ha portato nel giornalismo l'"anticonformismo" e il rifiuto dei pezzi noiosi

Di Pietro Mancini
Cronache

Vittorio Feltri, dalla politica al sarcasmo "pungente": 80 anni di giornalismo "libero" 

Vittorio Feltri, ieri, ha compiuto 80 anni. Da molti colleghi e lettori, egli viene considerato un individualista pronto a tutto per sostenere le proprie idee. Il fondatore dell’”Indipendente” e di “Libero” è il più grande direttore della sua epoca, l’erede naturale di Montanelli, di cui prese il testimone al vertice de “Il Giornale”, raddoppiandone le copie vendute. 

Egli, dissacrante e dissacratore, ha portato nel giornalismo “l’anticonformismo”, il rifiuto dei pezzi banali e noiosi. Un solo esempio: inviato dal “Corriere della Sera” a Napoli, dove era recluso Enzo Tortora, si documentò sulle false accuse di collusione con la camorra, scagliate da presunti “pentiti” al popolare conduttore, e ruppe, da garantista anti-litteram, il fronte colpevolista dei giornaloni.

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Vittorio ha stimato e apprezza alcuni leader, come Berlusconi, ieri, e la Meloni, oggi. Ma non ha mai taciuto il suo dissenso, anche nei confronti del Cav. la cui morte lo ha commosso. Talvolta, abbiamo parlato, con un po’ di nostalgia, delle nostre esperienze in un partito, che purtroppo non esiste più : nel vecchio PSI, Feltri, allora molto giovane, fu lombardiano, io manciniano.

Il giornalista, sempre elegante, è stato un campione indiscusso di vendite dei quotidiani, che ha guidato, con grande attenzione ai gusti dei lettori, come un ottimo cuoco cerca di soddisfare, gusti, spesso diversi, dei clienti. 

La graffiante penna di Bergamo-che ama i cavalli, sa di calcio e tifa Atalanta-ha saputo animare il dibattito pubblico con un turbine di inchieste, invenzioni, avventure e titoli entrati nella storia. L’ironia, l’autoironia, la leggerezza, non molto diffuse tra i colleghi, sono tra le sue qualità. A me ha insegnato tante cose, riservandomi amicizia e alcuni, meritati, cazziatoni.

C’è, infine, un Feltri più privato, tra slanci di generosità e malinconie, velate da pungente sarcasmo. È un Vittorio generoso, a cui sono legato, con affetto. Il neo ottantenne ha aiutato schiere di colleghi, sia prima che dopo il lavoro di redazione, senza riceverne gratitudine. Auguro, a Vittorio, e anche a me, di festeggiare, insieme, i suoi 90 anni.

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