Firenze, sentenza storica sul David: c'è diritto d'immagine dei beni culturali

La Galleria dell'Accademia ha vinto la causa contro una casa editrice che aveva usato l'opera senza pagare il canone, ma non solo

Di Redazione Cronache
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David di Michelangelo, il tribunale di Firenze dice "sì" al diritto d'immagine dell'opera d'arte

Una storica sentenza, quella pronunciata dal Tribunale di Firenze: non si può usare senza autorizzazione l’immagine del David di Michelangelo, tanto più per fare pubblicità, perché fa parte dell'immaginario collettivo della Nazione che va considerato un bene tutelato. Non solo: su tutti i beni culturali italiani esiste un diritto all'immagine. Una sentenza di merito che, dunque, costituisce un precedente importante – considerando il vasto patrimonio culturale italiano.

È stata la Galleria dell’Accademia, che custodisce il David di Michelangelo, a vincere la causa, dopo che già nel 2017 lo stesso tribunale aveva accordato - con un’ordinanza cautelare - tutela all’immagine della scultura inibendone l’uso illecito a fini commerciali.

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Cos’è accaduto? Tutto è iniziato da una causa da parte della Galleria dell’Accademia, insieme ai tecnici dell'Avvocatura di Stato, contro una “famosa casa editrice”. In particolare contro il magazine GQ che per una copertina del 2020 aveva usato l’immagine del David senza autorizzazione e senza pagare alcun canone, modificandola col meccanismo della cartotecnica lenticolare e quindi sovrapposta all'immagine di un modello, il tutto in chiave apertamente pubblicitaria.

Il Tribunale di Firenze ha così riconosciuto che la riproduzione non autorizzata dell’immagine del David di Michelangelo ha determinato un danno di carattere patrimoniale (e calcolato in 20mila euro così come da tariffario del Museo), ma soprattutto un danno di natura non patrimoniale, di 30mila euro, poiché la società editoriale “ha insidiosamente e maliziosamente accostato l’immagine del David di Michelangelo a quella di un modello, così svilendo, offuscando, mortificando, umiliando l’alto valore simbolico ed identitario dell’opera d’arte ed asservendo la stessa a finalità pubblicitarie e di promozione editoriale”.

Il Tribunale di Firenze ha poi affermato che l’immagine dei beni culturali è espressione dell’identità culturale della Nazione e della sua memoria storica da tutelare.

David, esiste il diritto di immagine dei beni culturali italiani. Che destino per "Open to meraviglia"?

C’è già chi si interroga, peraltro, se il principio affermato dal tribunale di Firenze possa mettere in seria difficoltà i ministeri del Turismo e dello Sport, che hanno trasformato un altro simbolo del patrimonio culturale italiano, la Venere di Botticelli, utilizzandolo nella campagna “Open to meraviglia”. Campagna che è stata oggetto di ampie critiche, visto che la Venere è stata resa graficamente come un’influencer moderna che gira l’Italia. I ministeri del Turismo, degli Esteri e dello Sport, hanno concordato con la Galleria degli Uffizi i diritti allo sfruttamento, oppure non c’è alcuna similitudine con il caso del David di Michelangelo? Solo il tempo potrà dare le risposte.

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