Gay Pride Bologna, puro esibizionismo. Dalla trasgressione al conformismo

Ma quale trasgressione? Il gay Pride piace pure ai politici. In piazza il sindaco Lepore tra selfie ed esibizionismo - VIDEO

di Antonio Amorosi
Gay Pride Bologna 2023
Cronache

Gay Pride 2023. Claudia: “Io sono gay ma non partecipo al Circo Togni”.

Quando la trasgressione diventa conformismo.

Il gay Pride a Bologna non stupisce certo per originalità ma per la solita passerella di culi nudi, a cui quest’anno si è aggiunto uno svestito integrale, con tanto di esibizionismo su colonnina della luce. Brigata ormoni, al mio via scatenate l'inferno e... i c..i! Ma c’era il sindaco Lepore a fare da bodyguard del movimento, anche lui in piazza con la fascia tricolore indossata a solidarizzare con i manifestanti. 

 

 


 

Un cartello dice: “Prenderlo in culo allarga la mente”. Ma ahimè scimmiottare le precedenti generazioni non è garanzia d’intelligenza, anzi, molte volte lo è di vuoto mentale, per la mancanza di una qualche idea pur vaga. E’ questo che ci scrivono molti lettori, inviandoci foto e video dell’ultimo Pride di Bologna tenutosi sabato scorso. Carlo: “L’unica cosa che vedo è la rivendicazione di scoparsi a vicenda. Ogni anno sta sfilata? C’era pure uno col pisello al vento. Se lo fa un povero Cristo qualunque gli fanno un Tso”. Claudia: “E’ puro esibizionismo, come le veline in tv, almeno quelle le pagano. Io sono gay ma non partecipo al Circo Togni”. Sarebbero stati in 60.000, secondo gli ideatori, a sfilare da Porta Saragozza a Porta San Felice. Tanti cartelli ma molti hanno notato gli illuminanti “Porti aperti come i nostri culi” e “Prenderlo in culo allarga la mente”. Forse una critica al governo Meloni.

Il movimento gay c’è, esiste e lotta intorno a noi. Ecco quest’ultima cosa non sembra, anzi, anche se all’apparenza si dimena sempre contro qualcuno, in questo caso “il governo fascista”, urlano i manifestanti.


 

Ma se oramai sono arrivati in cima alla piramide del potere e delle istituzioni al punto che ha fatto coming out anche il segretario nazionale del Pd Elly Schlein, e il sindaco della città rossa per antonomasia, Bologna, manifesta con loro, forse non si sono resi conto che hanno tutto quello che serve per cambiarlo il mondo brutto, sporco e cattivo, invece di lamentarsi.


 

Provate voi ad andare in giro a manifestare nudi come vi ha fatto mamma: o vi portano via con le forze dell’ordine dritti, dritti per un Tso oppure vi fanno una multa per atti osceni in luogo pubblico. Non applicano lo sconto se gli dite che siete di vedute aperte. Loro invece possono.

Qualcuno glielo deve dire che sono diventati una generazione di uomini, pardon, gay di potere e non di lotta. Visto che già fanno quello che “‘je pare”, e quando hanno ruoli di potere il ditino lo puntino verso se stessi e non davanti a loro. Quello lo fanno già tutti. Così magari dal prossimo anno vedremo qualche culo al vento in meno e qualche mente aperta in più.

Pier Paolo Pasolini, da solo, vestito in giacca e cravatta, ha scosso molte più coscienze dei gay Pride degli ultimi 20 anni, in mutande per strada a rivendicare una scopata libera. Ma per farlo bisogna avere una qualche idea e dei culi da esibire in meno.


 

 


 

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