Ginecologa morta avvelenata a Bologna: “Sapeva che il marito la drogava ma..."
Il gip: "Preferì non vedere perché non voleva rovinare la carriera di Amato, ma soprattutto per il bene dei due loro ragazzi"
Ginecologa morta avvelenata a Bologna, spuntano nuovi dettagli sul marito killer
Spuntano nuovi particolari sul caso della ginecologa morta avvelenata a Bologna, Isabella Linsalata. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti la donna si era accorta (da tempo) che il marito Giampaolo Amato le serviva bevande amarissime. Si era anche sottoposta ad analisi ma non aveva mai denunciato “per il bene dei figli, così da preservarne il loro rapporto col padre”. E in fondo sperava che la crisi coniugale potesse risolversi.
La circostanza emerge dal racconto di alcune amiche della donna riferite agli inquirenti e raccolte nell'ordinanza del gip Claudio Paris, che ha disposto la custodia cautelare in carcere per Amato. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, racconta Fanpage, "la donna si era accorta che il marito le serviva da tempo bevande amarissime e probabilmente corrette con qualche sostanza tipo benzodiazepine per sedarla ma non aveva mai denunciato l’accaduto pur confessando il tutto a sorella e amiche".
Proprio "grazie alla lungimiranza, al senso di protezione (prima) e all'ostinata ricerca della verità (poi) serbati in particolare da queste tre donne, che non l'hanno mai abbandonata, che si dispone oggi di accertamenti di tipo tecnico formatisi ben prima del suo decesso", sottolinea il giudice, parlando di "prove a futura memoria", raccolte da Isabella come il caso della bottiglia di vino conservata dalla sorella.