Gli americani fanno esplodere il Nord Stream, ma chissenefrega? C'è Sanremo!

L'inchiesta del premio Pulitzer Seymour Hersh punta il dito sulla Casa Bianca, ma qui discutiamo di Roberto Benigni e Chiara Ferragni

di Alfredo Tocchi
Cronache

Il sovrano Biden ha il diritto di fare esplodere tutte le nostre fragili costruzioni giuridiche e a noi non resta che prenderne atto


Mentre la patria del bel canto si domanda chi vincerà il festival di Sanremo, la notizia dell’inchiesta giornalistica condotta dal premio Pulitzer Seymour Hersh sul sabotaggio dei gasdotti Nord Stream passa in secondo piano, oserei dire in cronaca, senza che la politica, la magistratura o l’opinione pubblica si pongano serie domande.

In estrema sintesi, Seymour Hersh sostiene (con dovizia di particolari), che i due gasdotti siano stati fatti esplodere da sommozzatori americani incaricati da Joe Biden, il quale, prima di autorizzare la missione, avrebbe persino avvertito Olaf Scholz.

La cosa sembra non interessare a nessuno, siamo talmente abituati all’assurdo da non essere più in grado di indignarci. In fondo, Gli Stati Uniti hanno compiuto un sabotaggio per liberare l’Europa (e soprattutto la Germania) dalla dipendenza dal gas fornito a basso costo dalla Federazione Russa, ottenendo un triplice risultato: indebolire la Federazione Russa, rendere l’Europa non condizionabile e vendere il proprio gas liquido. I risultati sono stati raggiunti, nessuno (neppure Olaf Scholz) si è lamentato, dunque si può affermare che Joe Biden abbia agito legittimamente.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Da giurista – so di essere pedante – avrei molto da obiettare.

Mai come in questi ultimi tre anni abbiamo assistito a un fenomeno di sistematica violazione del diritto vigente in nome dello stato di emergenza (pandemica, bellica). E’ sufficiente leggere le motivazioni con cui la Corte Costituzionale ha giudicato legittimi gli obblighi vaccinali per rendersi conto che sì, esiste ancora una Costituzione, ma in casi di emergenza il potere esecutivo può violarla nell’interesse collettivo. Mi limito, sommessamente, a osservare che le Costituzioni sono nate proprio per tutelare i cittadini contro gli abusi del potere esecutivo…

Così, un atto di terrorismo internazionale compiuto con l’autorizzazione del Presidente degli Stati Uniti passa sotto silenzio: il fine giustifica i mezzi.

La logica di guerra – che giorno dopo giorno ci avvicina a una catastrofe senza precedenti nella storia – prevale su tutto, persino sul diritto. In fondo, il diritto è un lusso che ci possiamo permettere in tempi ordinari, ma questi sono tempi emergenziali. Nessuno osserva che se i nostri sono tempi emergenziali è perché qualcuno ha perseguito un preciso disegno politico di allargamento della NATO (per non parlare del perseguimento dei progetti di gain of function che hanno fatto sì che un virus creato in laboratorio - sostengono alcuni - uccidesse oltre sei milioni di noi esseri umani).

L'inchiesta di Hersh punta il dito sulla Casa Bianca, ma qui discutiamo di Benigni e Ferragni

L’inutilità di noi giuristi è manifesta: non siamo forse sofisti del nulla, cavillosi azzeccagarbugli? Viviamo un presente che improvvisamente è divenuto distopico e abbiamo nostalgia delle utopie del XX° Secolo, nate dopo le due guerre mondiali nelle menti di uomini che scrivevano le regole di un nuovo ordine mondiale illudendosi che nel futuro l’umanità avrebbe “ripudiato la guerra come strumento di risoluzione delle controversie”.

Poi, dall’oggi al domani, nello spazio di soli tre anni, un Presidente degli Stati Uniti autorizza un atto di terrorismo internazionale e nessuno scrive una riga per stigmatizzare il ritorno alla legge del più forte, alla barbarie, all’uso dell’esplosivo e delle armi.

E’ tutto legittimo, perfettamente giustificabile perché nell’interesse della collettività.

Ma allora, la sovranità delle Nazioni che dà il diritto a noi europei (e ai tedeschi in primis) di comprare il gas da chi ci pare, tutte le nostre Convenzioni, Costituzioni, leggi e regolamenti sono soltanto enunciazioni di principio?

Il sovrano Joe Biden ha il diritto di fare esplodere tutte le nostre fragili costruzioni giuridiche e a noi, che abbiamo dedicato un’intera vita alla tutela della legalità democratica, non resta che prendere atto che siamo dei sudditi alla mercè del sovrano.

La consapevolezza è dolorosa ma necessaria, non siamo più bambini. Possiamo consolarci con la solita vita che continua, col sempiterno Gianni Morandi e col nuovo che avanza mostrandoci le tette. La vita qui nelle colonie dell’Impero è sempre uguale, o almeno così ci pare.

C’è una guerra che ha già fatto centinaia di migliaia di morti, ma è in televisione. Qui si paga tutto un po’ più caro ma non si muore sotto le bombe. I nostri figli sono i nuovi poveri d’Europa, ma sono sul divano, accanto a noi, a commuoversi per il bel discorso di Roberto Benigni. L’Italia è il Paese più bello del mondo, che fortuna non essere americani! Siamo gli unici abitanti delle colonie che non aspirano a rendersi indipendenti…

Qui nella patria del bel canto nulla può cambiare, siamo resilienti, docili, addomesticati, persi nel metaverso davanti ai nostri schermi, inebetiti, inermi, indifesi.

Quest’anno ci è stato risparmiato il triste spettacolo di un principe ereditario che canta Italia amore mio, il resto è cronaca, un trafiletto, la notizia di un giorno come un altro.

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