Il caporalato e il fallimento del sistema dei controlli

Il paradosso è che Cosmopol è stata anche "premiata" da Industria Felix come miglior azienda per la sua "crescita" nel 2022

di Vincenzo del Vicario*
Cosmopol commissariata per caporalato
Cronache

Caporalato, dilaga il malcostume

L’operazione della Procura di Milano, che ha messo in luce fenomeni di caporalato nella Cosmopol S.p.a., è un nuovo tassello dell'ampio mosaico di sfruttamento dei lavoratori delle "sicurezze private". Cosmopol è gruppo molto significativo, che ha raggiunto un fatturato globale di circa 300 milioni di euro e detiene significative quote azionarie di più marchi blasonati del settore e, negli ultimi 6/7 anni, ha acquisito diverse grandi società del settore.

L'intervento giudiziario certifica, allora, il fallimento del sistema preventivo delle autorizzazioni e dei controlli, al cui vertice vi è un Ministero dell'interno che da sempre dorme sonni tranquilli, incapace di organizzarsi, vigilare efficacemente sul settore e di incidere in modo adeguato sul malcostume.

Peraltro, il cliché utilizzato è più o meno sempre lo stesso: subentro nella società, acquisizione di ramo d‘azienda, succhiando il pacchetto clienti ed i dipendenti necessari, i quali ultimi devono subire pesanti riduzioni dei loro trattamenti. Poi la messa in liquidazione della vecchia bad company, divenuta una scatola tossica e operativamente vuota.

Il paradosso è che, grazie a questa tecnica, Cosmopol possa anche essere stata "premiata" da Industria Felix come miglior azienda per la sua "crescita" nel 2022. Ma l'omertà di chi dovrebbe parlare e intervenire regna sovrana: moltissimi lavoratori, oltre a subire lo sfruttamento, sono stati costretti a pagare gli avvocati e a ricorrere al Giudice per vedersi riconosciuti i loro più elementari diritti.

E un'indagine a parte meriterebbero le "clausole vessatorie", inserite nei contratti di assunzione, di cui molti dipendenti del Gruppo Cosmopol hanno lamentato l'esistenza. Anche questa è una pratica generalmente molto diffusa nel settore ma, nell'assenza di qualsiasi azione preventiva da parte di Prefetture, Questure e Uffici del Lavoro, il malcostume dilaga.

*Segretario nazionale del Sindacato Autonomo Vigilanza Privata

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