Incidente Amalfi, lo skipper accusato di omicidio colposo e naufragio

Elio Persico, questo il nome dello skipper coinvolto nell'incidente che ha provocato la morte della turista americana, è stato accusato di omicidio colposo

Di Redazione Cronache
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Scontro tra due barche ad Amalfi, lo skipper accusato di omicidio colposo e naufragio. Indagini in corso

Lo skipper al timone della barca che, questo giovedì 3 agosto, si è scontrato con un’imbarcazione causando la morte della turista americana Adrienne Vaughan è indagato per omicidio colposo e naufragio. A confermarlo, il procuratore capo di Salerno Giuseppe Borrelli. Nel dettaglio, le indagini si concentreranno anche sulla rotta e la velocità dei due natanti.

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“Lo skipper”, prosegue Borrelli, “è stato sottoposto ad analisi del tasso alcolemico e toissicologico. I risultati sono posti al vaglio di un consulente della Procura poiché i dati sono non necessariamente significativi occorrendo verificare l'incidenza dei risultati sulla capacità del soggetto”. Secondo quanto riporta Il Messaggero, il marito della vittima, Mike White, ha raccontato ai soccorritori che lo skipper "stava sempre al telefono".

"Finora l'attenzione degli investigatori si è concentrata sull'audizione delle persone coinvolte o presenti. È stato sentito il marito della vittima, che è ricoverato in ospedale, ovviamente la testimonianza andrà ripetuta perché raccolta in un momento particolare", ha proseguito il procuratore capo di Salerno, come riporta TgCom24.

"I bambini sono in albergo perché è arrivato in Italia il nonno. Era stata offerta anche ospitalità in una casa-famiglia ma sono state concordate con il padre le modalità di custodia dei due bambini", ha dichiarato il procuratore Borrelli parlando dei due figli minorenni - una ragazza di 12 anni ed un bimbo di 8 anni - della coppia.

A raccontare l’accaduto è anche il comandante e armatore del Tortuga, il veliero contro cui si è schiantata l’imbarcazione. "Ho visto questa barca venire dritta verso di noi, ho virato, ho spento i motori, ho provato ad andare indietro. Ma l'impatto è stato inevitabile. Subito dopo ho visto che in mare c'erano la mamma e la figlia, entrambe cadute a causa della collisione. Abbiamo lanciato dei salvagenti, i miei marinai si sono gettati in acqua, hanno aiutato la piccola e la donna che aveva il viso riverso in acqua: era incosciente ma viva. A bordo avevamo dei medici ma i soccorsi sono arrivati subito e hanno recuperato la mamma, la bambina è salita di nuovo sulla loro barca, ha preso la cima, ha legato il gozzo e poi è andata ad abbracciare il fratellino che piangeva. Piangeva tanto", ha spiegato Tony Gallo.

"Lo skipper, come il marito della donna, erano entrambi leggermente feriti. Il ragazzo si teneva la testa tra le mani e gridava: la mia vita è finita, io sono finito. E poi mi ha detto: non vi ho visti. Era esaltato. Ho ripercorso nella mia mente quei momenti tante volte per cercare delle risposte. Non capisco la manovra: o aveva inserito il pilota automatico che, per un motivo che ignoro, potrebbe essersi disinnescato oppure ha perso il controllo perché a me è sembrata una manovra suicida", ha aggiunto poi Gallo.

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