Israele, è allarme sicurezza in Italia. Tra i pericoli l'aumento dei migranti

Tra i pericoli dell'escalation anche l’aumento del numero di migranti. Il ministro degli Esteri Tajani: "Serve una de-escalation"

Di Redazione Cronache
Giorgia Meloni Antonio Tajani
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Guerra in Israele, cresce l'allarme sicurezza anche in Italia

La guerra in Israele, con l'attacco di Hamas prima e la controffensiva a Gaza poi, nel giro di 24 ore ha fatto innalzare l'allarme in tutta Europa. Non solo Germania e Francia hanno, infatti, iniziato a rafforzare la sicurezza intorno alle sinagoghe, ma anche in Italia l'attenzione è già massima.
"Particolare attenzione – si legge in una nota di Palazzo Chigi – viene rivolta alla sicurezza della comunità ebraica presente sul territorio nazionale". Massima allerta, dunque, su tutti i luoghi sensibili, anche se "è stata innalzata per una questione soprattutto prudenziale, non legata a segnali di pericoli imminenti", scrive La Stampa. Il punto sulla situazione è stato fatto ieri sera a Palazzo Chigi, dove la premier Giorgia Meloni ha convocato i ministri ed i vertici dell'intelligence per un'analisi a caldo di quanto accaduto ed una ricognizione sui luoghi simbolo cui garantire la massima sicurezza.

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Come riporta il quotidiano torinese, "a Roma si concentrano le maggiori attenzioni di prefettura, questura e intelligence. Specie in questi giorni: domani nel ghetto ebraico si ricorderà l’attentato terroristico alla sinagoga in cui morì Stefano Gaj Taché, il 9 ottobre del 1982, mentre il 16 ottobre ricorrerà l’ottantesimo anniversario del rastrellamento da parte delle SS naziste". Tra i pericoli dell'escalation, scrive sempre La Stampa, anche l'aumento del numero dei migranti. Attenzione a sinagoghe, centri culturali, ambasciate e consolati in Italia e Santa Sede, gli aeroporti dove partono aerei della compagnia di bandiera israeliana El Al: ogni luogo e ogni cerimonia legati a Israele saranno messi sotto stretta osservazione.

Guerra in Israele, Tajani: "Al momento nessuna notizia negativa dagli italiani"

C'è poi il fronte degli italiani fuori dai confini. "Tutti i 18 mila italiani presenti in Israele in questo momento, così come i circa venti connazionali attualmente nella striscia di Gaza, sono stati contattati" scrive la Stampa. E a tal proposito è intervenuto il ministro degli Esteri Antonio Tajani: "Al momento non abbiamo notizie negative sugli italiani" nella zona del conflitto israelo-palestinese.  Il capo della diplomazia ha assicurato che la Farnesina, attraverso l'ambasciata a Tel Aviv e il consolato a Gerusalemme, e 'Unità di crisi "seguono costantemente gli avvenimenti, ventiquattr'ore su ventiquattro, pronte a dare risposte" sugli italiani in loco.

Guerra in Israele, l'appello del ministro Tajani: "Contiamo sugli arabi moderati per una de-escalation

Il ministro degli Esteri, appena tornato da Riad e in partenza, l'11 e il 12 ottobre, per il Cairo, ha aggiunto: "Condanniamo l'invasione e l'attacco di Hamas, Israele ha diritto a diritto a difendersi ma vogliamo una de-escalation. Contiamo su Arabia Saudita, Giordania, Egitto perchè possano calmare le acque. Sono Paesi moderati che non vogliono un'escalation del conflitto.

Lo stesso Tajani ha avuto un colloquio telefonico, ieri sera, con i colleghi di Usa, Francia e Germania, tra gli altri, "per coordinare le iniziative". "Non vogliamo -ha detto- un'altra guerra di più ampio raggio".

 

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