Julia Ituma, la compagna sui social: "La sua morte è colpa di tutti"

La lettera della compagna di squadra di Julia Ituma fa riflettere il mondo dello sport ma non solo. Domani,18 aprile, i funerali della giovane a Milano

Di Redazione Cronache
Julia Ituma
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Julia Ituma, il post della giocatrice della Igor Volley Novara fa commuovere il web

Tutta Italia è rimasta scioccata alla notizia della morte di Julia Ituma, giovanissima promessa della pallavolo. La 18enne infatti, se n’è andata lo scorso giovedì, 13 aprile, per un tragico incidente in Turchia; si trovava lì in trasferta con la sua squadra. Le indagini sulle cause e le dinamiche del fatto è ancora in corso. Proprio da una sua compagna di squadra è arrivato in queste ore un messaggio accorato che non è passato inosservato su Facebook e Instagram. Sara Bonifacio, ruolo centrale ha affidato ai social un post strappalacrime che lascia trapelare tutto l’affetto e l’ammirazione che c’era tra le due compagne.

Nel lungo post la 26enne si rivolge direttamente alla giovane opposta milanese, svelando il nomignolo con cui erano solite chiamarla carinamente: "Ciao Titu, mi ritrovo a riflettere per provare a trovare un perchè a ciò che è accaduto ma purtroppo so che le mie domande non otterranno risposta. Il dolore che provo mi svuota ma allo stesso tempo mi pare poco se paragonato a ciò che ti affliggeva dentro".

E ha aggiunto: “Tu eri e sei importante - aggiunge Bonifacio - mi dispiace immensamente non avertelo ricordato. C'è bisogno di tempo per accettare ciò che è successo, quel tempo cosi' prezioso di cui tu mi hai ricordato il valore. E voglio sedermi a riflettere su di te, su di me, su cosa valga realmente e vorrei che lo facessero tutti, un esame di coscienza reale per capire se come agiamo nei confronti degli altri ogni giorno sia degno della vita che ci è stata data".

 

 

Sara Bonifacio fa appello alla coscienza di tutti: “Viviamo in un mondo dove le debolezze non sono accettate”

Nel post la giocatrice del Novara però riflette anche sulle responsabilità di quanto accaduto - nel caso fosse confermata l’ipotesi di suicidio avanzata dalle autorità turche -: "Sento mille voci intorno a me dire: Non è colpa di nessuno, ma non credo sia cosi'... penso sia un po' colpa di tutto e di tutti.

La centrale del Novara si abbandona poi a una critica della società attuale, che ignora le richieste (a volte inespresse, ma non per questo invisibili) dei disagi degli altri, con queste dure parole: "Viviamo in un mondo fatto di persone che si convincono a dover essere forti, un mondo dove le debolezze non sono accettate, MAI, ed essere fragili è quasi una vergogna. Un mondo che ti spinge a rialzarti ancor prima di cadere, in cui chiunque ti invita a chiedere aiuto, ma poi nessuno ha realmente orecchie per ascoltare.. A chi lo stiamo dimostrando? Chi decide chi è forte e chi no? Perché è così importante? Non lo è. Non è importante".

Infine l’augurio, di speranza, per il futuro della nostra società e soprattutto di pace ritrovata per la sua cara amica Julia: "Spero solo che tu ora sia libera di trovare la pace e spero che noi tutti impareremo a fare più attenzione alle persone che incontriamo sul nostro cammino".

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Anche Anna Andalusi, ex compagna di squadra di Julia Ituma al Club Italia, ha tenuto a condividere su Facebook il suo ricordo della pallavolista milanes: "Per me era una sorella, abbiamo parlato tanto e ci siamo confidate tanto. Era una persona tanto fragile nonostante non volesse mai dimostrarlo a nessuno".

"Avrei voluto abbracciarti più spesso, ma sapevamo entrambe che gli abbracci non facevano per noi, però ora ne avrei maledettamente bisogno", ha aggiunto. "È importante trovare sempre uno scopo, una ragione, in tutto quello che facciamo, di stare più possibile vicino ai propri cari, dire un ti voglio bene in più, prima che sia troppo tardi".

I moniti delle compagne di Julia non sono certo mancati, ora spetta alla società e alle istituzioni raccogliere questo grido di allarme, onorando la morte di Julia e di tutte quelle che, come lei, hanno percepito il proprio senza alcuna via d’uscita.

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