"Lilly non si è uccisa, era pronta a rifarsi una vita". Ora parla il fratello
Sergio Resinovich svela alcuni retroscena inediti sulla morte di sua sorella: "Quando è scomparsa dicevo al marito, usciamo a cercarla e lui non voleva"
Morte Lilly, il fratello: "Due autopsie e verdetti opposti. Perchè?"
Sergio Resinovich non crede minimimamente all'ipotesi del suicidio per la morte di sua sorella e decide di rompere il lungo e sofferto silenzio sulla vicenda della scomparsa e il macabro ritrovamento di Lilly a Trieste lo scorso 5 gennaio, puntando il dito sulle due autopsie effettuate sul suo corpo senza vita che dicono cose diverse. "Dalla prima - spiega Sergio al Corriere della Sera - risultava che il viso era come se avesse preso un pugno, c’era del sangue dalla narice del naso, la lingua morsicata e altri colpi sulla gamba e sul seno. Io credo che sia morta il giorno della scomparsa. Altrimenti mi devono dire cosa ha fatto Liliana fino a gennaio. Voglio che mi dimostrino scientificamente che Liliana si è suicidata. Solo allora avrò un po’ di pace e farò i conti con la mia coscienza per non aver capito nulla di mia sorella".
Sergio Resinovich parla anche del rapporto tra Lilly e il marito Sebastiano Visintin, una relazione che lui non aveva mai approvato. "Glielo chiedevo. Magari - prosegue Sergio al Corriere - quando riceveva una telefonata da lui. “Problemi?”. Lei rispondeva no, niente di particolare. Era riservata. Mi aveva parlato di una vacanza col marito in Grecia. Ci andavano spesso e quella sarebbe stata l’ultima volta. “Sono stufa”, mi diceva. Io con Visintin non ho rapporti. In 30 anni abbiamo mangiato insieme un paio di volte. Non l’avevo accettato. Era spostato, aveva due figli e senza lavoro. Ma Liliana era innamorata e mi son fatto passare tutto. Adesso ho capito che mi ha sempre preso in giro. Quando dicevo “andiamo a cercarla” rispondeva di aspettare. Ma avrebbe dovuto allertare amici, parenti e conoscenti. Scatenare l’impossibile. Lilly voleva rifarsi una vita con Claudio Serpin. Volevano solo aspettare un po' per ufficializzare la cosa".