ll fiume Po restituisce il cranio di un Homo Sapiens arcaico

L'incredibile scoperta - nei pressi del fiume Adda - è di Davide Persico, professore di Paleontologia, e dà il via al progetto di ricerca sulla vita di "Acamar"

Di Redazione Cronache
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Homo Sapiens, rinvenuto dal Po il cranio di un esemplare arcaico

Il fiume Po ha restituito il cranio di un Homo Sapiens arcaico, probabilmente del Paleolitico, a Monticelli d'Ongina, nel Piacentino. Autore del ritrovamento Davide Persico, professore di Paleontologia dell'Università di Parma e sindaco di San Daniele Po, che definisce la sua scoperta "una scarica di adrenalina incredibile, un'emozione" anche perchè "avvenuta in modo del tutto causale".

"Mi trovavo a Isola Serafini, a vallo della confluenza col fiume Adda - racconta all'Agi - a fare birdwatching quando ho visto parte di un cranio umano composto da due ossa parietali e dall'osso occipitale. Ho capito subito che ero di fronte a qualcosa di importante.

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L’episodio risale al settembre del 2022 ma è stato comunicato solo ora dopo una serie di passaggi che certificassero l'importanza del rinvenimento e l'inizio del progetto di ricerca che punta a ricostruire la 'storia' completa della persona a cui appartenne il cranio.

"Acamar"  è il nome scelto per il cranio – e per il progetto - e deriva da quello dell'omonima stella. Infatti, "La costellazione Eridano - spiegano gli studiosi - ha la forma di un fiume la cui sorgente è indicata dalla stella Cursa. Si snoda verso sud in anse sempre più strette verso meridione seguendo varie concatenazioni di stelle deboli. Compie l'ultima ansa in corrispondenza della stella Acamar e termina infine con la brillante Achernar, la foce".

Acamar, un "tesoro storico" rinvenuto grazie alla siccità

Dai primi accertamenti emerge già il rilievo della scoperta: "Nella Bassa Padana - spiega Persico – è la prima volta che troviamo la testimonianza di un Homo Sapiens arcaico, cioè di uno dei primi emigrati dall'Africa all'Europa, venendo così a colmare un vuoto paleontologico".

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Ora lo studio a cui lavoreranno la Soprintendenza e le università di Parma, Bologna e Milano e il Museo Paleontologico di San Daniele Po permetterà di ricostruire il sesso, l'età e altre informazioni sulla vita di questo esemplare unico nello scenario padano per presentarlo in articoli internazionali e nella nuova esposizione permanente del Museo di Storia Naturale dell'Università di Parma dove il fossile sarà esposto.

Non si tratta del primo ritrovamento da parte di Persico che spesso ha già "attinto" dal Po altri fossili.  Negli ultimi tempi il fiume è stato particolarmente generoso di “tesori storici” per via della siccità: "Sicuramente ha influito la scarsità delle piogge del 2021 e del 2022, che ha esposto parte delle spiagge facendo emergere i fossili", ha concluso l'esperto.

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