Madonna Trevignano, un ex fedele: "Ridatemi i miei 123mila €, era una truffa"
La veggente è bersagliata dalle critiche e dalle richieste di risarcimento. Intanto in tribunale deve fare i conti con una causa per bancarotta fraudolenta
Madonna Trevignano, doppi guai per la veggente: causa e risarcimenti
Non smette di far discutere il caso della veggente legata alla Madonna di Trevignano. Maria Giuseppa Scarpulla, alias Gisella Cardia è finita al centro di una vera e propria bufera. Da una parte ci sono gli ex fedeli che non le credono più e che chiedono indietro i soldi che hanno donato alla sua associazione gridando alla truffa. Dall'altra c'è il processo che la vede coinvolta per il fallimento di una ditta di ceramiche: bancarotta fraudolenta è l'accusa. Luigi Avella è il fedele della Madonna di Trevignano che ha donato 123 mila euro a Gisella Cardia. "Avevo fatto tutto di mia spontanea volontà, credevo nelle apparizioni e nei messaggi della Madonna". L’ex dipendente del ministero delle Finanze diceva: "Mi sono avvicinato a loro in un momento difficile". Oggi però ha cambiato idea. "Era solo una truffa", dice ora.
"Ho dato in tutto - spiega Avella al Corriere della Sera - 123mila euro tutto con bonifici per fare degli acquisti: le panche, la recinzione, una macchina e tante altre cose. Di questi, 30 mila euro li ho dati al marito per sostenere le spese della logistica. Quando ho scoperto che qualcosa non andava mi sono allontanato". L'altro problema per la veggente di Trevignano è legato ad un processo che la vede imputata. Maria Giuseppa Scarpulla, infatti, oggi ha anche un'udienza al Tribunale di Civitavecchia, per bancarotta fraudolenta. Ha già ricevuto una condanna in primo grado a due anni di reclusione con pena sospesa dal Tribunale di Patti, in provincia di Messina. Un processo ad oggi è ancora in corso, che è partito dalla Sicilia ed è arrivato a Civitavecchia.